lunedì 25 settembre 2023

WARNUNG VOR EINER HEILIGEN NUTTE [Rubrica di cinema] CLARA LAW (2000)


WARNUNG VOR EINER HEILIGEN NUTTE

ATTENZIONE ALLA PUTTANA SANTA

Rubrica di cinema [da un film del 1970 sulla visione del cinema di Rainer Werner Fassbinder, 1945-1982] con qualche precisazione:

Nessuna narrazione della trama dei film consigliati, salvo qualche dettaglio utile per le considerazioni in merito.

Nessun film che non ci sia piaciuto, lasciamo le critiche ai critici di professione.

Niente spazio alla macchina hollywoodiana anche se di manifattura europea o africana o quant'altro.

Nessuna censura di natura moralistica.    



La dea del '67 di Clara Law

Il fascino effimero dell'anima





"Perché non c'è niente che valga la pena di vedere."

DANCER IN THE DARK/Bjork/Lars Von Trier/2000


L'Australia terra di frontiera con i suoi nuclei familiari malati, con le sue ossessioni bacchettone, con la sua silente violenza, con le sue incomprensibili erotizzazioni è stata già raccontata da Milos Forman [Picnic at Hanging Rock], da Philip Ridley [Riflessi sulla pelle], da Jane Campion [Un angelo alla mia tavola], ma Clara Law a tutto questo aggiunge un decisivo segno post moderno scrivendo una storia affascinante attorno a una favolosa e mitica automobile la Citroen DS del 1967.

Il Giappone invece quello di Kurosawa o di Kitano è molto lontano, diciamo che è presente come comparsa e rifugio nella tradizione e nella tecnologia. E' simbolo di liberazione per la protagonista, una incredibile Rose Byrne nei panni di una ragazza cieca che cerca di vendicarsi di suo padre incestuoso.

Il plot a tratti rarefatto, assume spesso una consistenza irraggiungibile così' come sono i paesaggi all'equatore e la sceneggiatura a tratti sarcastica alleggerisce la pesantezza degli eventi narrati.

La trama rappresenta una sorta di viaggio On the Road liberatorio dell'Anima esplicandosi attraverso gli immensi spazi vuoti della prateria una volta terra aborigena ora totalmente conquistata, ai quali si contrappongono i non spazi dell'ignoranza, del fanatismo, dello stupro e della morte. Come se quelle anime volessero recuperare non tanto l'ampio respiro di cui sono capaci i landscapes australiani, piuttosto lo spazio giusto dell'intimità negata, lacerata e contusa nel profondo. 

La fotografia mozzafiato, a parte qualche caduta di segno pubblicitario, si caratterizza per una netta divisione tra il presente argenteo blu dilatato e il passato raccontato a ritroso con un impaginatura sbiadita e giallognola.

Nonostante la drammaticità degli eventi raccontati, il film vietato anch'esso ai minori di 18 anni senza apparenti motivazioni se non per un sottile anti moralismo blasfemo, tocca più generi cinematografici senza indugiare su nessuno in particolare.

Mai la tematica sulla violenza alle donne da sempre cavallo di battaglia di femminismi pre e post è riuscita a donarci un riscatto carnale e spirituale senza aggrapparsi a giustificazioni di carattere ideologico.


ventiduefebbraio2001

Anna Bolena 2001

 words © ANTONELLA PINTUS 

Rubrica di Cinema per la newsletter di SpazioKamino Ostia 2000-2002                                                        

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