ATTENZIONE ALLA PUTTANA SANTA
Rubrica di cinema [da un film del 1970 sulla visione del cinema di Rainer Werner Fassbinder, 1945-1982] con qualche precisazione:
Nessuna narrazione della trama dei film consigliati, salvo qualche dettaglio utile per le considerazioni in merito.
Nessun film che non ci sia piaciuto, lasciamo le critiche ai critici di professione.
Niente spazio alla macchina hollywoodiana anche se di manifattura europea o africana o quant'altro.
Nessuna censura di natura moralistica.
American Psycho di Mary Harron
L'insostenibile inconsistenza dell'apparire
New York
Fine anni ottanta in pieno reaganesimo i figli di papà, rampolli miliardari dentro i palazzi di vetro/acciaio passano il loro tempo gestendo pacchetti finanziari, lucrosi risultati delle numerose fusioni e acquisizioni aziendali. Una sorta di sport giornaliero molto diffuso a Manhattan e a Wall Street, dove il nostro protagonista, tale Paul Bateman [il film è chiaramente tratto dal best sellers di Bret Easton Ellis ] si divide tra l'ufficio, il salone di bellezza, i ristoranti prestigiosi, i locali più trend e trasgressivi della città, popolati da tutta una fauna variopinta di viziosi in cerca di droga, sesso e successo. E soprattutto di Denaro, quello che ti consente di raggiungere ogni tuo capriccio e ogni tuo desiderio.
Al cinismo e alla freddezza dei sentimenti, si accompagna una glaciale visione del mondo dove il disgusto per tutto quello che non è perfettamente allineato, o elegante o esteticamente ineccepibile diventa efferatezza nel delitto, macabro rituale nei massacri delle prostitute o dei barboni: feccia del mondo che bisogna sfruttare ed eliminare.
Ma è con l'assassinio feroce del rivale [suo simile per atteggiamenti e comportamenti sociali, colpevole solo di possedere i biglietti da visita più belli dei suoi] il pathos sfocia non tanto nell'allestimento di scene splatter da brivido, quanto nella rappresentazione di una gelida coscienza calcolatrice, assolutamente divisa dalla sua consistenza di carne e sangue. Come se il nostro protagonista, maschera di bellezza esteriore non possedesse vasi sanguigni e nervi muscolari, e si trovasse quindi costretto a squartare gli altri sotto un delirio di onnipotenza orgiastica e pagancapitalistica. Come se il suo cervello senza barriere di carattere morale mostrasse un'unica sfumatura piatta come il bianco secco del mobilio post-moderno che arreda gli appartamenti di lusso innanzi al Central Park.
Gocce distillate di rosso sangue scuotono energicamente la sua filosofia rampante, le lacerazioni della carne nutrono la sua ossessione di potenza primordiale. Anche nella ricerca di una qualsiasi colpa da espiare, la sua confessione non ha alcun significato, trovando rifugio e complicità all'interno della stessa classe sociale d'appartenenza, dove quello che conta è apparire e l'abbronzatura ai raggi UVA nasconde il marciume nascosto negli anfratti del nulla.
Senza indugio un lungometraggio spietatamente scorretto della High Society e del jet-set d'oltreoceano.
Solo un americano, meglio una regista americana poteva sviluppare dopo l'insuperabile Arancia Meccanica del grande S. Kubrick, un ritratto netto e preciso della psiche avida di uno yuppy post- punk, padre degenerato dei nuovi liberal della new economy.
Solo gli americani hanno spinto all'osso questa avidità disumana verso uno stile di vita così delirante da partorire mostri efferati e inconsistenti.
L'essenza del niente, l'intangibilità del vuoto.
A noi, invece, nel nostro bel paese di italiani brava gente, restano le vuote dichiarazioni e le ridicole minacce di una guerra imminente e di un attacco decisivo al cuore del Sistema da parte di uno psedo gruppo di guerriglieri metropolitani, capeggiati da un presunto rappresentante/portavoce di quel centrosocialismo reale [che ci auguriamo insieme al neo liberismo sul viale del tramonto]: Luca Casarini, Caserin, Casolin, Cazolin, Cazettin, Cazzone in cerca di audience televisiva VAFFANCULO!!!!!!!!
Non mi rappresenti.
Non ci rappresenterai mai.
Noi siamo sempre in guerra, lo siamo sempre stati.
primogiugno2001
words © ANTONELLA PINTUS
Rubrica di Cinema per la newsletter di SpazioKamino Ostia 2000-2002