contributo @ L'Elettronica e' Donna_
Media, Corpi, Pratiche Trans femministe e Queer (2020)
a cura di Claudia Attimonelli e Caterina Tomeo
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ESTETICA E' POLITICA
È terribile digitare queste parole sulla tastiera: Liebig34 è stato cancellato. Alle 7:00 i robocop hanno iniziato a segare e flettere recinzioni, porte, finestre e barricate e intorno alle 11:00 le ultime residenti sono state trascinate fuori dalle stanze. Siamo tristi. Piangiamo. Siamo esauste. Siamo arrabbiate.
Das Kollektiv Liebig34 (1)
Oggi, 9 ottobre, mi sveglio come sempre prestissimo, anticipando le sirene spiegate dell'imponente contingente di Polizei che si dirige frenetico a compiere con puntuale solerzia lo sgombero ordinato dalla coalizione rot-rot-grün del senato di uno degli ultimi avamposti alternativi rimasti a Berlino: il Liebig34, palazzo abitato da trenta anni da un variegato popolo internazionale anarchico e femminista. Liebig34 è stato un posto accogliente e indispensabile per chi ha subito l'ostilità e l'emarginazione istituzionale perché omosessuale e transessuale. Ho partecipato negli anni passati a un paio di eventi multimediali finalizzati per altro a finanziare uno dei tanti processi contro le compagne in Italia o in Grecia. Insomma un altro pezzo di storia politica e sociale viene spazzato via nella ricostruzione inesorabile di un quartiere come quello di Friedrichshain, operaio nel socialismo reale e da quindici anni quasi elegante, hyper hipsterizzato, eco fascista e determinato nel bilanciare la fobia della scarsa crescita demografica con la diffusione di luoghi organizzati e indirizzati alle nuove famiglie della gig economy e delle start up. Tanti si sono prodigati nell'esprimere una giustificata solidarietà, anche la freie Schule coinvolgendo appunto i bambini durante le manifestazioni di protesta contro lo sgombero. Inutile.
Proprio perché le questioni che hanno affrontato gli attivisti di Liebig34 sono di grande rilevanza per la nostra città, lo sgombero è una perdita. La libertà per i gruppi emarginati, per i rifugiati, le vittime di violenza sessuale, i senzatetto o le persone che semplicemente non si conformano all'ordine etero normativo, stanno scomparendo sempre più e sono più importanti che mai. E, naturalmente, anche i club, che attualmente sono in difficoltà, possono essere spazio libero. Ma siamo onesti: solo per persone abbienti. Una senzatetto colpita dalla violenza patriarcale non troverà né aiuto né rifugio davanti al Berghain, ma sguardi pietosi e denigratori. TIP Berlin 9.10.2020 (2)
Ieri, 8 ottobre, una delle maestre della scuola elementare dove lavoro come insegnante di sostegno per la lingua tedesca e l'aritmetica, durante un gioco dove e' stato scambiato lo zaino di una scolara con quello del suo vicino di banco, ha sottolineato che la borsa con la principessa non avrebbe potuto appartenere a Marko, perché troppo auffällig, strana inadeguata ridicola. Troppo femminile per un maschio. Abbiamo concluso l'ora prima della pausa con una grassa risata. Amara. Triste.
I club di Berlino sono in pausa forzata da mesi a causa del Coronavirus. Alcuni usano le loro aree esterne come Biergarten. A causa dei rave e delle feste illegali nei parchi di Berlino, ci sono stati problemi con la polizia. Molti locali sottolineano la loro estraneità attraverso l'organizzazione interna della Club Commission. Der Tagesspiegel 10.10.20 (3)
Domani, 10 ottobre, entrano in vigore le nuove misure di contenimento al dilagare del virus SARS-COVID 19, vietando ancora il regolare funzionamento dei locali da ballo, che resteranno chiusi, a parte qualche evento giornaliero, almeno fino alla fine del mese. Quest'anno è fottuto. Insomma.
Jeannette e Rita 30 anni escono dal pub. Jeannette non pensa molto al coprifuoco. "I giovani si beccano comunque, anche a casa di qualcuno. I politici avrebbero dovuto prepararsi meglio, perché tutti sapevano che la ricaduta sarebbe stata critica". Rita contraddice: "E' giusto che le regole siano date dall'alto. In Gran Bretagna, gli anziani vengono mandati a casa così i giovani possono festeggiare. Qui si applica il sistema di valori contro il nostro divertimento. La sera, non andiamo più al Berghain nella darkroom a scopare, così la nonna può ancora andare al supermercato. Lei pensa che sia giusto? I ragazzi dovrebbero farne a meno?". La conversazione viene interrotta da uno spacciatore di coca che, confuso, chiede se hanno ordinato un pezzo.
Der Spiegel Panorama 16.10.2020 (4)
3 ottobre, giorno commemorativo della riunificazione della Germania, si è tenuto con un finanziamento eccezionale da parte del senato il Tag der Clubkultur (5), una giornata dove 25 locali e 15 collettivi selezionati hanno organizzato eventi e iniziative di variegato spessore artistico, per segnalare la propria r-esistenza nella città' della techno. Ho partecipato come DJ a due differenti eventi per tipologia e per frequentazione. Uno e' stato allestito dal collettivo queer Buttons (6), fondato nel 2016 a seguito della conclusione di Homopatik il precedente party residente presso ://about blank (7), club nato nel 2010 dall'occupazione e ristrutturazione di un Kindergarten dei tempi della DDR, da parte di un gruppo di compagne/i provenienti dall'Antifa. Legalizzato ormai da anni da regolare contratto con il comune e situato vicino alla stazione Ostkreuz, resta uno dei principali club internazionali della città. Come residente da un decennio ed ex booker ho sviluppato nel tempo il progetto Sunset Motherfucker: scintilla contrastante alla pervasiva e noiosa techno, dove creando uno spazio musicale alternativo propongo altri generi da ballo e d'ascolto, con un approccio più culturale che edonistico suggerisco altre modalità di movimento senza limiti, attingendo alla mia variegata collezione di vinili. Per il giorno dei club ho organizzato un'ora di musica classica suonando balletti francesi, estratti dal teatro di Brecht, comizi nazisti in sottofondo, canti socialisti, testimonianze della caduta del muro, ballate yiddish, il jazz americano e lo Schlager tedesco. Tramonto stronzo. Foxtrot latino e rock proletario. Sunset come fine vita; Motherfucker dalla cultura hip hop per ricordarci che la vita è beffardamente famigerata. Il progetto dedicato per intero al vinile può essere riassunto come tropical dark. (8)
L'altro evento si e' tenuto presso il Klunkerkranich (9), una terrazza panoramica situata all'ultimo piano del parcheggio della mall di fronte al Rathaus della circoscrizione di Neukölln, attuale quartiere ospitante la nuova generazione internazionale di artisti e musicisti, dove nella sala concerti, la colorata WOHNZIMMER ho condiviso la consolle con il DJ residente Vamilier+ater (10). Qui il mio progetto sonoro si chiama FCK VYNYL: ILM Intelligent Lounge Music, kitsch umorale, antico jazz anti-JET SET, cocktail di velluto polveroso per il vostro morbido intrattenimento, cosmic noise, voci sussurrate, world downtempo, vibes sperimentali, grooves amari e attimi di felicità', mainstream, rarità in vinile e in digitale.
CLUB CULTURE contraddizioni futurismo passatismo avanguardismo borghesismo sozzura velocità' lentezza eccellenza inefficienza rassegnazione grigiore verso un sol dell'avvenir che non verrà mai sogno desiderio corpi liberi feticci mentali.
All'inizio non serviva molto per festeggiare. I club erano spesso scantinati di case demolite, in cui veniva allestito un bar improvvisato tra cumuli di macerie. Al più tardi quando la luce tremolante stroboscopica si accendeva, la macchina del fumo sputava fuori la nebbia profumata alle fragole e tutti i presenti sollevavano le braccia in aria. Nel corso del tempo i club sono diventati più grandi e più professionali; è stato un bene per il movimento, ma non più così affascinante.
Der Spiegel Online 2016 (11)
In attesa di visionare la terza serie di Deutschland 12 in qualche portale italiano, considerando che boicotto il fottuto Amazon, stanotte ho finito di guardare il documentario sul caso Rohwedder (13), il politico della SPD che fu responsabile della prima fase all'indomani della caduta del muro di privatizzazione dell'industria collettivizzata della DDR e che nel 1991 fu ucciso in un attentato attribuito alla RAF, ma molto probabilmente compiuto dalla STASI con la copertura di qualche potente occidentale coinvolto nella sparizione del denaro illecito accumulato in quasi cinquanta anni di Democratica Germania (14). Se si vuole avere uno sguardo sulle condizioni politiche e sociali nei primi anni novanta, il documentario e' abbastanza esaustivo: ci sono anche interessanti frammenti sulla prima scena techno, qualche pezzo musicale storico e alcune interviste ai protagonisti di un movimento sociale e artistico, cosi pregnante nella cultura alternativa e non solo, che ancora oggi ne subiamo per cosi dire la sua scottante eredita; orgogliose/i di averne fatto parte in qualche modo, anche se lo True Spirit, da tempo sgonfiatosi, sta lasciando il posto ad altre forme di vita e di azione prepotentemente più edonistiche e capitalistiche. (15)
David Mancuso 16 aveva installato l'impianto migliore al LOFT. Non c'era mixer a creare interferenze. Aveva due piatti e suonava un disco dall'inizio alla fine, anche se era lungo quindici minuti. Non cercava d'impressionarti con il missaggio, c'era solo la musica. David Morales (17)
Ricordo la mia prima volta a Berlino: 13 luglio 1996, LOVE PARADE WE ARE ONE FAMILY, ballavo ballavo ballavo davanti al vecchio Tresor (18) presso la rovinata Potsdamer Platz, dentro uno scenario postbellico sulle dodici ore di vinili di Sven Väth (19); una grossa videocamera si avvicina e mi riprende anche mentre seduta sul marciapiede continuo a muovere le braccia sul ritmo delle casse techno che provengono dalla consolle. In rete ci sono ancora alcune testimonianze video. Epico. Energia pura (20). Decisi di prolungare il mio soggiorno in città, ormai sicura di un mio imminente trasferimento; sono ritornata tutte le estati a seguire fino al 2004 quando mi sono stabilita definitivamente. Arrivai sul camion di Mr.3P degli Ostia Rioters di Spazio Kamino (21) con mobili-vinili-vestiti, dopo aver svuotato finalmente la mia stanza nella casa di Torpignattara dove ci avevo vissuto dodici anni.
Negli anni novanta eravamo estroversi, forse anche esibizionisti, da come ci osservavano per strada a bocca aperta. Le borse della spesa in mano. Non sapevi cosa ci fosse dentro. All'inizio tutti lo trovavano stravagante. A Berlino le persone erano seriamente intellettuali, avanguardiste o almeno drammaticamente dipendenti dalla droga. Danielle de Picciotto (22)
ROMA, 3 ottobre 1989, alla televisione passano le immagini ormai storiche dall'abbattimento del muro di Berlino. Avevo appeso nella mia stanzetta a Monteverde una foto memorabilia per ricordare l'evento. Ancora non immaginavo che sarei finita a viverci, quello era il mio primo anno nella capitale, primo anno di università, primo anno di studio in psicologia, desiderio avveratosi da quando avevo tredici anni e volevo scappare dalla provincia sarda. Ricordo ancora quando entrai nella cittadella universitaria. Cresciuta melanconica ascoltando a ripetizione i dischi di Patty Smith, il rock, il post punk, gli Smiths di Meat is Murder (23), a cui devo il mio vegetarianismo, divorando libri difficili: Joyce Kafka Beckett i russi i francesi gli inglese i teutonici i film censurati di Pasolini quelli rivelatori di Fassbinder il deserto esistenziale di Antonioni i giochi di Greenaway con foga molto maniacale ma poco depressiva, il tutto condito dalla TV nazionalpopolare e dai telefilm americani, dalla politica ingenua degli anni ottanta sull'isola, travestita scura secondo il modello new wave dark allora imperante (24), vissi quel momento come un déjà-vu'. Lo diceva mia madre che non dovevo guardare i film per adulti, e non mi riferisco a YOUPORN. In quei giorni si preparava quello che sarebbe diventato un evento importante per la politica extraparlamentare dai tempi della rivoluzione del sessantotto: l'occupazione delle università statali contro la nuova riforma di privatizzazione voluta dall'allora ministro della pubblica istruzione Ruberti, dando vita al meglio noto movimento de LA PANTERA 1990 (25). Dormendo sopra la cattedre delle aule della facoltà situata proprio al centro del quartiere rosso San Lorenzo, sede storica di Radio Onda Rossa (26), della autonomia operaia, dei movimenti antifascisti femministi e alternativi, della sinistra radicale extraparlamentare, inizio a immergermi in quel mondo sfaccettato della politica di quartiere, delle sedi anarchiche, delle occupazioni delle case, dei centri sociali e delle manifestazioni di protesta, eredita' degli anni settanta, ben piu' caldi e violenti. (27)
RAVE liberazione periferia polvere plastica fumi abusi contraddizioni esperimenti contro la società dello spettacolo zone autonome di sperimentazione mordi e fuggi consuma e scappa ritorna e alza il volume ipocrisie scartavetrate rivelazioni quasi mistiche via dall'orrore della vita quotidiana. (28)
Roma-Berlino, 30 luglio 1999, come previsto l’entrata sull’aereo Virgin, non è delle più trionfali. Immediate difficoltà per la valigetta di dischi, con rotelle postume incorporate, che dovrebbero facilitare il trasporto di 15 chili di dischi. La hostess, strettissimo scivoloso inglese, non pensa che magari forsepuòdarsisarebbegentilecortesegraditounpiccoloaiuto per sollevare da terra così tanto vinile. Gli astanti, nonché neighbor di viaggio guardano e non favellano. E non aiutano. Il mio inglese non va. Il pranzo dopopranzo, sono le 16:00, non si può guardare né mangiare: panino avvizzito con fetta di cadavere rosato. Dopo il tè inodore, insapore, ecco il juice tradizionale all’arancia che si spalma beffardo sui miei vestiti, senza risparmiare l’ultimo TORAZINE (29), che ho appena cominciato a leggere. FUCK. OPSS!!! Sono piena di entusiastica curiosità. Le mie unghie si stanno squamando, noto con inquietudine che la mia dieta vegana è carente di calcio. O terra nibelungica, che dovrai ritemprare il mio spirito, si fiero, ma malato, donati a me, così come il mio aspro pensiero porgo a te.
Berlin, 1 luglio 2000, corteo evento contemporaneo in contrapposizione con la più nota LOVE PARADE (30); dalla prima parata dell’Odio sono passati tre anni. La FUCKPARADE (31) non si differenzia tanto dalla sfilata commerciale di “ONE LOVE ONE FAMILY”, dove anche qui ci sono numerosi truck che in corteo si muovono per le vie del Mitte, quanto, invece si caratterizza, con forza, per uno spirito riottoso e sperimentale, dove chi la promuove abbraccia approcci critici e autonomi rispetto all’industria della musica elettronica e delle produzioni techno, secondo un profondo dissenso generalizzato per tutto ciò che è controllato dal grande business. Sveglia e caffè tardi. Decido il tragitto per arrivare al BUNKER, in Danneckerstr. (32), da dove comincerà la parata. Incredibilmente nessuna folla esagerata nei treni dalla U-BAHN. Eppure per la LOVE sono previste unmilioneemezzodipersone. Imbocco la via e subito campeggia alto il carro della KLANGKRIEG guerra del suono (33), la label crew organizzativa dell’evento, con sopra un telo dove su sfondo bianco emerge minaccioso il teschio nero, simbolo della FUCK. Gli altri camion, van, furgoncini e macchine emanano tutti i tipi di musica; gabbertrancegoadrumnbassjunglerevival70etcccccc. Incontro immediatamente Daniel e Markus. Facciamo un giro incuriositi, in attesa di Rachael e Christoph. Si respira un aria distesa e rilassante. Il sound è magnetico e devastante, a tratti raccapricciante. Vengo proprio rapita e incatena, e per tutta la parata resto sempre nei pressi della testa del corteo. Vengono sprigionate casse dritte e spezzate di piombata violenza, dove le uniche barriere capaci di contenerle sono quelle architettoniche. La sfilata comincia con due ore di ritardo, ma valeva la pena aspettare impazienti. Imbocchiamo da subito la via del TACHELES (34), storico squat berlinese, ormai sul viale del tramonto metropolitano, dove i soldi sono il termometro delle scelte artistiche, di politico non c’è più niente, visti i finanziamenti comunali, è stata affossata l’ascia della resistenza e della rivolta contro lo stato delle cose presenti. La Polizei ci scorta impassibile, mentre sotto il camion l’atmosfera diventa incandescente. Ci avviciniamo ad Alexanderplatz., da sopra ci saluta l’obelisco della radio dell’est. Il fomento cambia con PANACEA (35). Solito TERROR STEP arricchito dalla rabbiosa voce di MC J, RAP RAGGA dura e tenace. A pieni polmoni urla il suo odio al FUCKED BUSINESS. Peccato non capisco il tedesco. Via via chi ci appropinquiamo alla zona di Friedrichshain, il numero di partecipanti aumenta vertiginosamente, più di diecimila persone. È tutto entusiasmante. E’ tanto tempo ormai che non partecipo a un corteo così allegro, scanzonato, potente e riottoso. Un pensiero al GAY PRIDE WORLD DAY, che in contemporanea sfila per la città del vaticano. Il teletrasporto non lo hanno ancora inventato. Sigh!!! Una volta raggiunta KASTANIENALLEE tutta in salita, attacca alla consolle l’irruente SCUD (36). La gente, saluta e sorride divertita, dai sushi bar e dai ristoranti vietnamiti, numerosi lungo il viale. Anche se qualcuno provoca alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine che infastiditi minacciano provvedimenti, bisogna constatare che i tedeschi sono molto disciplinati. D’altronde si lamentano, ma di cosa?, se vivessero in Italia, avrebbero sicuramente da protestare ogni momento. A Berlino tutto funziona alla perfezione, anche la ricostruzione e la privatizzazione delle strade sembra molto più efficiente e sensata delle nostre piccole e grandi mafiose manovre. Certo la Love Parade è certamente commerciale e finanziata anche dalle grosse lobby del tabacco e delle comunicazioni. Anche alla FUCK ci sono ragazze scosciate che mostrano culo e tette. La situazione offre opportunità a tutti di essere quello che si è senza troppe menate. Lavoro, studio, casa, mezzi di trasporto, social e buone pensioni sono garantite a tutti i tedeschi, senza eccezioni, gli stranieri faticano un po’, ma alla fine riescono a realizzarsi anche loro. Il corteo termina proprio sotto casa in Eberswalderstr. Conclude ruvido CHRISTOPH FRINGELI della Praxis (37) con vecchie e nuove tracce del suo repertorio. Salgo a casa, c’è freddo, riscendo e raggiungo i camion allineati sullo spiazzo finale della via, vorrei condividere la gioia con qualche amico romano, che sa apprezzare i buoni eventi. Sarà un'altra volta. Forse.
Appia Antica, 3 giugno 1995, quasi a ridosso delle Mura Aureliane, abbiamo scoperto un grosso edificio a due piani, assai polveroso e dismesso; utile per passare qualche notte particolarmente fredda a chi come barboni o immigrati non ha fissa dimora. Infatti al piano superiore ci stanno una serie di piccole stanze con materassi puzzolenti, dove e' visibile il passaggio di esseri umani: cartacce, cicche, rozze coperte, scarpe usate. Utilissime le finestre sulla strada per cioccare l’arrivo degli sbirri, che puntuali si sono presentati, intorno alle 3:00 della mattina; con abile diplomazia siamo riusciti a non farli entrare sino alla fine della festa. Ma torniamo un poco indietro di circa un mese, quando dopo qualche riunione organizzativa, decidemmo che il posto troppo diroccato e sozzo andava pulito. Ci premunimmo di scope, palette, buste. In genere cominciavamo di pomeriggio a spalare la merda, quanto meno per evitare che la gente sollevi più polvere del previsto. La stanza più grande doveva servire per acchitare la DANCEHALL; i piatti con il monitor dovevano essere installati il più in alto possibile lontani da polvere ed eventuali avventori. La consolle è sacra. Così venne sistemata su un trespolo industriale raggiungibile da scomode scalette. Tutta la strumentazione venne collocata in modo tale da non venire danneggiata evitando così guai onerosi con il service. Nella stanza affianco srotolammo del nastro rosso e bianco (il work-inn-progress dei cantieri edili e della segnaletica stradale) nei punti più rischiosi per l’incolumità delle persone. Il pericolo era rappresentato dai vecchi ingranaggi e dai macchinari dell’ex cartiera, probabilmente ancora funzionanti; archeologia da fabbrica stupenda, che a suo tempo serviva per la produzione della carta per i giornali locali. Il fascino del sudore operaio a qualcuno di noi illuminava la fantasia. Il detournement del luogo è stato spesso stimolo indispensabile nell’allestimento dei rave illegali. Non soltanto per il semplice piacere estetico dell’architettura postindustriale, ma anche per stuzzicare il nostro gioioso cinismo volto a trasformare un antico simulacro, simbolo del lavoro salariato, in un luogo dove esprimere il nostro divertimento collettivo e personalizzato senza bavagli o limiti di sorta. Fino alle prime luci dell’alba od oltre. Dopo aver fatto una sosta infinita in sottoscrizione e aver mediato con gli sbirri affinché non scassassero le palle per almeno un altro paio di ore, mi avvicinai al bar intorno alle cinque e lentamente a spintoni raggiunsi gli altri sotto la consolle. Un attimo di distrazione e i fottuti tutori dell’ordine, sino ad allora rimasti chiusi fuori, penetrarono furtivi attraverso il l’enorme cancello scorrevole. Dopo l’ennesima discussione hanno preso gli estremi di qualche documento e finalmente i zelanti dipendenti comunali si sono allontanati. In seguito non mi risulta che qualcuno di noi abbia subito conseguenze giudiziarie. Qualcuno comunque approfittò dell’uscita secondaria per allontanarsi indisturbato senza incappare in perquisizioni inutili. Bravo! Noi invece che dovevamo smontare tutto; amplificazione e relativi cavi, pannelli fluorescenti issati sui muri, piatti e mixer e altri attrezzi, facemmo entrare il furgone dall’Appia, unico accesso ampio disponibile, praticamente davanti agli sbirri. Sti cazzi! È andata. Per finire ancora due parole sulla nottata: per me fu l’iniziativa più coinvolgente che fino ad allora avessi organizzato, da quando l'ambiente dei RAVE era un poco cambiato, non saprei dire se in positivo o in negativo fatto sta che la contaminazione sociale e in parte culturale già da tempo si respirava nelle storie. Quella sera arrivarono più di duemila persone; credo sia stato il massimo storico per una festa fatta al centro e per giunta non autorizzata. Prima di allora si svolgeva tutto in periferia. Ricordo che una certa presenza coatta e discotecara mi infastidì non poco, in realtà stranamente già da tempo i DJ più seguiti della capitale avevano cominciato a prestare parecchia attenzione per il fenomeno e quindi un certo seguito bisognava tollerarlo. D'altra parte una certa stima e rispetto c’è sempre stata con chi anni prima provò a creare un contesto techno di un certo spessore. Ritengo che dal punto di vista squisitamente musicale il livello che le label indipendenti romane raggiunsero nel periodo più creativo (dal novanta sino al novantaquattro) ha già fatto scuola, se non storia. Ma altre testimonianze raccontano di episodi poco edificanti, quali risse o accoltellamenti fra piccole bande fasciste e borgatare che costrinsero i gestori organizzatori a rinunciare ai loro lauti guadagni. Lo sfruttamento non ha limiti di sorta e certe contraddizioni iniziarono a creare problemi in chi professionista musicista era animato dalle migliori intenzioni. Certo per molti di noi che proveniva da un ambiente dichiaratamente contestatario e antiautoritario questi contesti o situazioni erano parecchio distanti per intenzioni e obiettivi; ciò fece scaturire numerose discussioni sul significato di festa, spettacolo, rave e l’immancabile voglia di autogestione; condizione questa assai problematica da sempre e non ancora chiarita. AUTOGESTIONE parola magica di uso comune che vuole significare tutto, troppo e niente. Sicuramente una parola diffusa e abusata. Mah! Curiosità. Pare che all’interno della cartiera un paio di settimane prima, durante un sopralluogo, venne trovato un pacco contenente un etto di eroina purissima. Forse leggenda metropolitana! (38)
La mia vita è politica, quindi come lesbica nera la mia testa è politica. Un club QUEER, quindi è vitale per me direi. Perché è un posto dove abbiamo sicurezza, dove stiamo tra noi, dove so chi sono veramente. Quando i buttafuori del club hanno iniziato a chiedere i documenti alle nostre amiche alla porta, abbiamo dovuto interrompere il party e spiegare ancora una volta cosa significa per noi stare in un club. DJ Grace Kelly (39)
Queers For Palestine @ CSD Berlin: In strada contro la criminalizzazione e l'agitazione pro-sionista! Gli organizzatori della "Radical Queers March" che si terrà domani sera a Berlino sono attivamente contrari alla partecipazione di organizzazioni filo-palestinesi, oltre che esplicitamente sostenitori del BDS. Al contrario, si sta organizzando un blocco determinato di forze solidali con la Palestina, anticoloniali e antimperialiste. klassegegenklasse 2019 (40)
Dopo la mia partecipazione nel 2013 insieme a Lady Maru alla compilation curata dalle FEMALE PRESSURE per la liberazione delle PUSSY RIOT (41), ho preso parte alla campagna di raccolta fondi per sostenere le donne curde di ROJAVA, organizzata dalla label svizzera KASHEV TAPES sulla piattaforma BANDCAMP partecipando alla compilation SONIC RESISTANCE con una ruvida traccia dal mio progetto G.A.Z.A. (Go Against Zionism Apartheid) velatamente critico contro il Pink Washing in Israele (42); quest'anno invece ho contribuito alla campagna delle WITCHES ARE BACK a sostegno delle sexworker di Ombre Rosse, considerando quanto le lavoratrici del sesso costantemente discriminate siano costrette a percorsi legislativi difficili e umilianti per vedersi riconosciuto la loro esistenza. (43)
In questa ottica anche i club alternativi quindi sono sicuramente indispensabili nella creazione diretta di un contesto, dove a parte la necessaria crescita musicale che in questi ultimi anni ha registrato comunque una controtendenza in qualità e spessore narrativo, che consenta lo scambio e la discussione nel sensibilizzare anche le giovani generazioni alle problematiche correlate alle donne e a tutti quei soggetti a rischio di emarginazione sociale sia per sesso che per nazionalità (v. la campagna REFUGEE WELCOME) (44) . Ereditiamo una pratica già diffusa in passato con la nascita della DISCO negli Stati Uniti, quando gli avventori dei piccoli locali nel downtown provenivano dai ghetti neri e latini e grazie alla conquista all'autodeterminazione delle persone transessuali, che dopo la cruenta battaglia del bar STONEWALL INN a NYC nel 1969, hanno dato vita al GAY PRIDE festeggiato ormai in molte città occidentali e non solo (45). In Europa questa tradizione viene portata avanti all'interno del controverso dibattito sugli aspetti della CULTURAL APPROPRIATION (v. ad esempio il film Cadillac Records-2008 della regista Darnell Martin sulla musica nera degli anni cinquanta a Chicago), fatte le dovute differenziazioni storiche e sociali, appunto dentro il contesto della scena della musica elettronica nei locali da ballo, club a Berlino, Londra, grossi festival in Olanda, teknival in Francia o discoteche in Italia prosecuzione in parte anche dei locali degli anni settanta e ottanta, evolutesi poi negli anni novanta parallelamente ai primi movimenti techno sia nel circuito commerciale che in quello illegale. Questo è ormai storia.
Transfobia. Primo trans finalista al Mr. Gay England: gli attivisti di LGB ALLIANCE sono arrabbiati perché un uomo trans prende parte a un concorso di bellezza gay: "Gli uomini gay meritano i propri spazi. Non è mancare di rispetto all'esistenza di qualcuno affermare che qualcuno che è femmina non può essere un maschio gay. Coloro che credono in questo stanno danneggiando i diritti delle persone LGB e alla fine non stanno aiutando la persona interessata." QUEER.DE 12.10.2020 (46)
11 ottobre, giornata mondiale del COMING OUT GAY, festeggiato dal 1988 negli Stati Uniti e lentamente diffusosi anche in altri paesi, mi porta a pensare come negli anni novanta fosse ancora difficile e quasi raro discutere di tematiche inerenti la sessualità etero normativa figuriamoci quella omosessuale. Erano tematiche ampliate e approfondite dai gruppi marginali di donne e dai gay, che spesso vivevano la loro esistenza con modalità controverse e nascoste. Ho sempre incontrato nella mia vita omosessuali, lesbiche o bisessuali e persone transgender, e ho sempre sottovalutato la reazione degli altri e delle altre nei loro confronti, perché io la pensavo diversamente, in quanto ho ritenuto e ancora in parte ritengo che l'omosessualità possa con forza radicale rappresentare un violento contrasto alla società omologata. Lessi tutto DE SADE, WILDE, TONDELLI e in parte PASOLINI all'eta di quattordici e quindici anni, e fantasticavo di rivoluzioni libertarie capeggiate dai gay contro il sistema. Come negli anni novanta durante la mia militanza nei gruppi anarchici romani, avendo la possibilità di attingere alla narrativa e alla stampa di movimento, in quanto ogni fine settimana andavamo in giro per feste e iniziative dentro e fuori i centri sociali vendendo i libri e alcune produzioni musicali dei compagni/e, oltre alle nutrite librerie presenti nei nostri circoli di quartiere, mi imbattei un giorno sugli scritti di Massimo Consoli, sull'omosessualità di destra durante e dopo il nazismo, capii che mi sbagliavo, che le persone gay non sono supereroi ma come tutti/e noi, con gli stessi desideri, dubbi e fragilità, hanno bisogno di potersi esprimere e di sentirsi persone normali, non esseri eccezionali, non diversi, non marginalizzati perché amano persone dello stesso sesso, cosa che io in maniera ingenua attribuivo a un desiderio necessario di libertà di espressione ma anche di originalità, cosa che certamente mi affascinava e mi giustificava anche come giovane donna fuori dalle righe.
Il femminismo che esclude le sorelle trans non è il nostro femminismo! Abbatto i muri 47
Masculinity is dead! Ango the Meek Dead (48)
Insomma l'attivismo LGBT mi aveva da un lato deluso, nella possibile mancata attuazione di una società radicale e nichilista e dall'altro aperto gli occhi, sulla indispensabile battaglia quotidiana alla solidarietà e ai bisogni universali per tutti e tutte, oltre le evidenti differenze di cultura, di sesso e di aspetto esteriore, io non credo all'esistenza delle razze, direi che anche il termine razzismo andrebbe sostituito con le parole fascismo universale. Insomma ho riflettuto sul fatto che in fondo non avevo mai abbastanza ragionato sulla mia condizione di donna eterosessuale nel mondo patriarcale, perché da bianca privilegiata in un paese moderno, tutto quello che differisce dalla norma lo accettavo e incoraggiavo secondo canoni di bellezza e protocolli estetici che giustificavano e consolavano il mio bisogno di diversità alternativa, senza notare quanto sostanzialmente fossi anche io piuttosto repressa, e quanto fosse represso l'uomo etero che mi stava accanto. Adesso che il termine QUEER associato alle parole RAVE e TECHNO, lo trovi dappertutto ai party, alle feste dentro i club berlinesi come brand per vendere meglio e per nascondere l'ipocrisia commerciale di fronte alla sconfitta della tanto desiderata trasformazione sociale, ripenso alle mie letture voraci da ragazzina e confermo: siamo tutti e tutte uguali nei bisogni e nei sogni, mentre nel frattempo dobbiamo affrontare ogni giorno l'ingiustizia sociale, le disparità di genere nel mondo del lavoro, la crisi dei valori e la monetizzazione della creatività, salvo poi in tempi di pandemia escludere musicisti e addetti allo spettacolo dalle categorie del socialmente rilevante. Dopo la battaglia per le quote rosa nelle scalette dei DJ alle feste; il ritorno a un necessario postumo femminismo questa volta ampliato anche al porno militante gestito da sole donne 49; il movimento ME TOO partito dalla mecca del cinema americano 50; i gruppi auto organizzati di NON UNA DI MENO contro il femminicidio (51); è di questi giorni lo scandalo delle violenze sessuali dentro i backstage dei festival di musica elettronica ai danni di donne DJ da parte di qualche maschio musicista come il suicida ERICK MORILLO (52), che forte della sua posizione all'interno della INDUSTRY dell'elettronica andava in giro molestando, tollerato dalle stesse e dagli stessi che si dicono contro le discriminazioni e che all'uopo hanno preso le distanze da chi come MICHAEL JAMES il vero autore di STRINGS OF LIFE, ha denunciato in un libro che uscirà a breve il plagiatore DERRICK MAY, di essere uno stupratore seriale da almeno trenta anni, caso documentato anche dal portale di musica elettronica RESIDENT ADVISOR (53); oppure il caso denunciato anche dalla rivista GROOVE, di una barista di origini africane vittima di continui sberleffi offensivi, chiamata vergognosamente NEGRA, da parte dei due DJ direttori artistici, anche qui maschi eterosessuali, del noto club berlinese WILDE RENATE, svelando tristemente quanto il razzismo e il sessismo si regga su una serie stratificata di atteggiamenti culturali strutturati (54). Adesso che anche la destra radicale e i negazionisti terrapiattisti di QAnon (55) ci hanno rubato il cospirazionismo anti illuminati, svuotandolo completamente del pensiero critico e del costruttivismo radicale, ci troviamo costretti a rivedere linguaggi e convinzioni, tutte giocate su internet, attraverso i social network, sempre più' compulsivamente asociali, pieni di troppa informazione random e capaci di costruire una fake empatia, buona giusto per fare qualche sottoscrizione alle ONG che aiutano i migranti in mare, oppure ai sopravvissuti a Beirut, tanto per compensare il nostro senso di colpa piccolo borghese, dentro una spirale vorticosa di analfabetismo solitario. Abbiamo ancora da combattere e battagliare. La fiaccola della libertà deve ancora illuminare il nostro impervio cammino, per ora brucia davanti alla porta dell'inferno, per quanto tempo ancora dipende solo da noi. Poiché' il nostro futuro è decisamente e inesorabilmente trans!
La scena dei party, capro espiatorio a Berlino. I club e i pub sono davvero responsabili del crescente numero di infezioni? Gli operatori e i virologi hanno dei dubbi - e piuttosto sconsigliano il coprifuoco. ZDF Heute 21.10.2020 (56)
E mentre si dibatte sul tema, vado a guardarmi su ARD TV le ultime puntate della terza serie Babylon Berlin ambientata nell'anno domini 1929, durante la Weimar Republik, il crollo della borsa, prima che i cabaret venissero chiusi dai nazionalsocialisti (57). Aspetta un attimo su ARTE stanno trasmettendo il documentario The Black Panthers: Vanguard of the Revolution. Si prospetta un autunno caldissimo. Black is beautiful! Black Lives Matter! Again again again... (58)
Friedrichshain. Questa notte davanti al palazzo del Liebig34 è scoppiato un incendio pare doloso. Berliner Morgenpost 22.10.2020
anna bolena 1995-2020
note
1 http://liebig34.blogsport.de/
2 https://www.tip-berlin.de/stadtleben/politik/liebig34-geraeumt-so-verspielen-besetzer-unsere-sympathien/
3 https://www.clubcommission.de/
https://www.tagesspiegel.de/
4 https://www.berghain.berlin/en/
5 https://tagderclubkultur.berlin/
6 https://www.electronicbeats.net/a-night-at-about-blanks-buttons/
7 http://aboutparty.net/
8 https://soundcloud.com/anna-bolena/auch-brecht-war-ein-arschloch-buttons-showcase-tag-der-clubkultur-2020
9 https://klunkerkranich.org/
10 https://www.mixcloud.com/annabolena/anna-bolena-b2b-vamilienfaer-tag-der-clubkultur-klunkerkranich-2020/
11 https://www.spiegel.de/panorama/dokus-ueber-underground-rave-mediasteak-empfiehlt-videos-aus-berlin-london-belfast-new-york-und-new-orleans-a-00000000-0003-0001-0000-000000349133
12 https://en.wikipedia.org/wiki/Deutschland_89
13 https://www.netflix.com/de-en/title/81022994
14 https://en.wikipedia.org/wiki/Detlev_Karsten_Rohwedder
15 sul concetto di True Spirit consiglio la visione del documentario WE CALL IT TECHNO! https://youtu.be/TWPFrWojYQ4
16 https://it.wikipedia.org/wiki/David_Mancuso
17 https://www.djdavidmorales.com/ sulla scena disco di NYC consiglio il libro storico Love saves the day di Tim Lawrence del 2003
18 https://tresorberlin.com/
19 https://www.cocoon.net/sven-vath
20 https://youtu.be/1Oylb_hOmq8
21 sullo Spazio Kamino di Ostia chiamato Tempio della Pezza, consiglio il mio breve commento sulla techno Zine PETI NUDI http://sonicvandals.tripod.com/act.html e l'articolo della TM CREW https://www.tmcrew.org/news/spzk.htm; uno dei progetti realizzati da quella esperienza e' la label di Mr.3P http://truckstop76th.blogspot.com/
22 sull'artista Danielle de Picciotto v. https://www.danielledepicciotto.com/; mentre sulla scena techno dei primi anni novanta dopo la caduta del muro consiglio il libro Der Klang der Familie Berlin Techno und die Wende di Felix Denk e Sven von Thülen, Suhrkamp 2012
23 https://it.wikipedia.org/wiki/Meat_Is_Murder
24 sulla moda degli anni ottanta v. il libro Look Parade. Gli smodati degli anni '80 di Castagna e D`Agostino, Sperling & Kupfer, 1985
25 https://www.lapantera.org/
26 https://www.ondarossa.info/
27 sugli anni settanta v. I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo di Vladimiro Satta, Rizzoli 2016
28 sul movimento dei rave illegali a Roma v. https://archive.org/details/freeparty Free Party. Techno anomia per delinquenza giovanile di Francesco Macarone Palmieri, Meltemi 2000, dove ci sono alcuni miei contributi e Detonazione! Percorsi, connessioni e spazi altri nella controcultura romana degli anni novanta curato da Daniel Vasquez, Rave Up 2020 dove ci sta il mio capitolo dedicato alla rivista PETI NUDI Quartini avariati di malrumori viscerali (1997-2000)
29 https://www.vice.com/it/article/kw49xa/vita-vera-torazine-rivista-underground-italiana-432
30 https://it.wikipedia.org/wiki/LoveParade
31 v. United Network Production - Fuck Parade 2000 https://youtu.be/dYDERl2XZ9A
32 https://en.wikipedia.org/wiki/Bunker_(Berlin)
33 https://www.discogs.com/label/5118-Klangkrieg
34 sul vecchio Tacheles v. https://www.exberliner.com/features/culture/life-after-tacheles/
35 https://en.wikipedia.org/wiki/Mathis_Mootz
36 su Scud e la sua Ambush Records v. il mio articolo su PETI NUDI 888, 2000
37 https://praxis-records.net/ e la rivista Datacide https://datacide-magazine.com/magazine/ dove sul numero 7 pubblicarono il mio articolo Roma Riot del 2000 https://datacide-magazine.com/roma-riot/#more-954
38 v. il mio capitolo pubblicato sul libro Rave in Italy curato da Pablito el Drito, Agenzia X 2019 https://not.neroeditions.com/rave-illegali-a-roma-1993-1996/
39 https://youtu.be/uSQhqDIc2yE
40 sulle tematiche relative ai gruppi politici in difesa della Palestina v. BDS https://bdsmovement.net/get-involved/what-to-boycott
41 http://www.femalepressure.net/ sulla campagna per la scarcerazione delle Pussy Riot v. https://femalepressure.bandcamp.com/album/pussy-riot-freedom-compilation
42 https://kashevtapes.bandcamp.com/album/ksh03-sonic-resistance-a-compilation-for-rojava
43 https://witchesareback.bandcamp.com/album/red-shadows
44 https://www.refugees-welcome.net/
45 https://it.wikipedia.org/wiki/Moti_di_Stonewall
46 https://www.queer.de/
47 https://abbattoimuri.wordpress.com/
48 https://meekdead.tumblr.com/text
49 sul porno da una prospettiva femminile v. https://www.lidiaravviso.net/
50 https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Me_Too
51 https://nonunadimeno.wordpress.com/
52 https://www.miaminewtimes.com/music/international-house-dj-erick-morillo-arrested-in-miami-on-rape-allegations-11678523
53 https://www.residentadvisor.net/news/73559
54 https://groove.de/2020/10/12/wilde-renate-rassistische-belaestigung-im-team/
55 su QAnon v. https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2020/09/02/mondo-qanon-prima-parte https://www.internazionale.it/opinione/wu-ming-1/2020/09/18/mondo-qanon-seconda-parte
56 https://www.zdf.de/nachrichten
57 https://www.daserste.de/unterhaltung/serie/babylon-berlin/index.html
58 https://www.arte.tv/de/articles/tracks-black-panthers
59 https://www.morgenpost.de/politik/inland/article230728862/Feuer-bei-ehemals-besetztem-Haus-Liebig-34.html
pics & words © ANTONELLA PINTUS