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lunedì 25 novembre 2024

La questione palestinese in Germania (13)

 Domenica 24 novembre

Nella puntata di oggi ospite speciale: Anna Bolena.

Artista multimediale a 360*, DJane, Producer e attivista politica.

Di origini sarde, negli anni 90 si avvicina alla scena rave romana per poi trasferirsi a Berlino, continuando ad organizzare eventi nell'ambito del clubbing. Ci racconta delle sue esperienze nella capitale tedesca e anche i motivi che l'hanno spinta a prendersi una pausa dalla scena underground, in relazione anche per le sue posizioni politiche, rispetto alla situazione in Medio Oriente.

Soundtrack: Arturo, Arsenico, D.O.A, Patty Smith, Einstuerzende Neubauten e altri...

Per ascoltare il programma cliccate il link sotto!!

https://www.radiobandito.it/podcast/25229/


photo @DISCORDANT


sabato 20 luglio 2024

La questione palestinese in Germania (12)


CONTRIBUTO @ RADIO BLACKOUT TORINO

29 GIUGNO 2024

cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/29giu2024direttannabolena.mp3

 https://radioblackout.org/podcast/radio-bizarre-29-giugno-2024/


Ultima trasmissione della stagione per radio bizzarre prima di una lunga pausa estiva. Oltre ai consueti viaggi tra gli zoccoli duri e le nuove onde oggi abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Anna Bolena in diretta telefonica da Berlino per continuare a parlare di lotta in solidarietà col popolo Palestinese nei confini dello stato Tedesco e non solo.

Qui di seguito potete ascoltare il programma intero:

radio bizarre 29 giu 2024

Qui, invece, trovate l’audio della telefonata con Anna Bolena:

diretta con anna bolena 29 giu 2024

Qui il link alla precedente chiacchierata

https://radioblackout.org/podcast/radio-bizarre-18-maggio-2024/

mercoledì 22 maggio 2024

La questione palestinese in Germania (11)

CONTRIBUTO PER RADIO BLACKOUT TORINO 

18 MAGGIO 2024



cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/direttaannabolena_nakbatag_18maggio2024.mp3





… e ogni tanto anche radio bizarre si ricorda di confezionare il podacst della trasmissione…

qui troverete l’audio della trasmissione completa:

18 maggio 24

qui l’audio del solo intervento telefonico di Anna Bolena sul Nakba tag a Berlino per presentare il corteo di oggi 18 maggio 2024, le iniziative dei giorni scorsi per commemorare i 76 anni dalla Nakba (che ricorreva il 15 maggio) e per parlare ancora di repressione e cesura contro chi appoggia il popolo palestinese e denuncia il genocidio in corso:

anna bolena su nakba tag a berlino18 maggio 24

cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/direttaannabolena_nakbatag_18maggio2024.mp3

Per approfondire ecco i link a due interventi di Anna Bolena sul tema Germania e Palestina a radio ondarossa

https://www.ondarossa.info/redazionali/2023/11/germania-e-palestina

https://www.ondarossa.info/redazionali/2024/04/germania-repressione-de-propalestine

 

 

 Durante la trasmissione accenno all’opera dell’autore di fumetti palestinese Naji al Ali assassinato a Londra nel 1987 per le su eposizioni politiche e autore, tra l’altro, de Filastin opera pubblicata in italiano da eris edizioni realizzato con il Comitato in solidarietà con il popolo palestinese di Torino

Qui il link per leggere e scaricare Filastin:

https://www.erisedizioni.org/uniti-a-handala/

radio bizarre – 18 maggio 2024 – Radio Blackout 105.25FM



sabato 13 aprile 2024

La questione palestinese in Germania (9)

A seguito dell'interruzione forzata da parte della polizia, del Congresso sulla Palestina che avrebbe dovuto tenersi questo weekend a Berlino, qui di seguito il comunicato del collegio degli avvocati che rappresentano le associazioni e le organizzazioni coinvolte.

 

Home (palaestinakongress.de)


COLLEGGIO DEGLI AVVOCATI BERLINESI 

Berlino, 13 aprile 2024

Dichiarazione del collegio degli avvocati sullo scioglimento e il divieto del “Congresso Palestinese – Accusiamo!” previsto dal 12 al 14 aprile 2024 a Berlino

Siamo un collettivo di avvocati a Berlino che fornisce consulenza preparatoria e rappresenta gli organizzatori del “Congresso della Palestina – Accusiamo!” 

Il congresso è stato registrato dall'associazione Jewish Voice for a Just Peace in the Middle East - EJJP Deutschland e.V.  come evento/incontro al chiuso.

Il comitato era ed è il referente della polizia di Berlino.

I. L'evento

Gli organizzatori, in collaborazione con un gran numero di azioni politiche, ONG, associazioni per i diritti civili e singoli individui, hanno pianificato il Congresso Palestinese 2024 come un forum di scambio articolato delle diverse espressioni e opinioni politiche. L'obiettivo era dibattere in merito agli attacchi militari delle forze armate israeliane effettuati a seguito dell'azione dei combattenti di Hamas contro 1.200 cittadini israeliani e di altre nazionalita' il 7 ottobre 2023 e l'accusa di violazione delle norme ONU ai sensi del diritto internazionale e della Convenzione sul genocidio ritenuta plausibile dalla Corte Internazionale di Giustizia. Gli organizzatori hanno voluto ricordare gli oltre 32.000 palestinesi che hanno perso la vita a causa dell'intervento militare nella Striscia di Gaza, le famiglie uccise, le infrastrutture civili distrutte, i beni culturali perduti e gli 1,9 milioni di sfollati colpiti dalle conseguenze devastanti dei bombardamenti. In questo contesto ha voluto discutere anche la questione di come e in che misura la politica della Repubblica Tedesca contribuisce a questo scopo. Allo stesso tempo, il richiedente voleva garantire che le persone colpite dagli eventi potessero superare il loro senso di impotenza politica e difficolta' di azione diretta, fare rete per raggiungere l’obiettivo comune di un cessato il fuoco, fornire assistenza alle persone bisognose di aiuto, e la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri politici, nell' intento di creare in Medio Oriente le condizioni politiche secondo il rispetto del ​​diritto internazionale  per garantire una pace duratura basata su un modello sociale egualitario.

II. Precedenti discussioni sulla sicurezza in base al requisito di cooperazione

In anticipo si sono svolti diversi colloqui di sicurezza tra il mandante, il collegio degli avvocati e la polizia con l'obiettivo di garantire la sicurezza dell'evento, come richiesto dalla legge, e di svolgerlo senza interruzioni. Queste discussioni sono andate molto bene; non abbiamo mai avuto motivo di presumere che ci fossero intenzioni di vietare o limitare gli accordi, nonostante la pressione della politica e dei media.

La mattina del congresso, il 12 aprile 2024, il programma e i relatori ivi previsti sono stati discussi e confermati con la polizia. Le misure di polizia poi intraprese durante il congresso sono state una sorpresa e contraddicono l'esigenza di cooperazione. L'obbligo di cooperazione è sancito dalla legge di Berlino sulla libertà di riunione e costituisce la base per tutte le discussioni tra il richiedente, gli avvocati e la polizia.

III. Misure di polizia all'inizio del Congresso Palestinese

Dopo la prima conferenza e streaming, mentre veniva trasmesso un videomessaggio del Dr. Salman Abu Sitta (cartografo e storico) è entrata nella sala riunioni la polizia di Duisburg in assetto antisommossa, che si è subito messa in fila davanti al palco e ha chiesto che il video fosse interrotto. Il motivo addotto era che all'oratore era stato vietato di mettere piede a Berlino. Gli organizatori  non erano stati precedentemente informati di tale divieto. Dopo che inizialmente la musica continuava ad essere riprodotta, la porta della sala è stata aperta con la forza e l'elettricità è stata staccata senza usare la chiave che era stata offerta più volte. Nonostante questa escalation di azione della polizia - l'organizzatore avrebbe adattato il programma conoscendo la richiesta della polizia - la situazione sul posto è rimasta calma, il servizio d'ordine ha calmato i partecipanti e non ci sono stati scontri fisici.

Si sono svolti colloqui di cooperazione con l'ufficiale di riferimento della polizia della Renania Settentrionale-Vestfalia che fornisce assistenza amministrativa. È stato sottolineato che già in tribunale era stato chiarito che il divieto di riunione non si applica alla riproduzione di video da parte di persone all'estero. Era stato promesso che questo sarebbe stato esaminato. Secondo quanto riferito, né la polizia né il rappresentante della Procura presente sono stati in grado di accertare se il contenuto del video incriminato contenesse parole vietate. Quando il mandante si è tuttavia offerto di non riprodurre il video, è stato affermato che il live streaming avrebbe potuto causare denunce penali in tutto il mondo e  che avrebbe allargato in modo imponderabile la cerchia degli spettatori. Subito dopo in segno di protesta contro l'ordinanza, si e' proposto di rinunciare temporaneamente allo streaming live per poter continuare l'evento. Sembrava un compromesso fattibile. Tuttavia il direttore generale delle operazioni ha deciso che l'assemblea doveva essere sciolta e che il congresso non poteva aver luogo, a causa del videomessaggio del Dr. Salman Abu Sitta e della sua interdizione. 

In linea di principio, le riunioni in ambienti chiusi possono essere sciolte o vietate ai sensi dell'articolo 22 n. 3 VersFG di Berlino se 1. esiste il pericolo immediato di un esito non pacifico, o 2. un pericolo immediato per la vita e l'incolumità delle persone, oppure 3. il pericolo immediato. È possibile che in assemblea vengano rese dichiarazioni che costituiscano reato perseguibile d'ufficio. Niente di tutto ciò è presente in questo caso. Non c’era alcun pericolo immediato di un esito non pacifico, né rischio per la vita o di incolumità fisica, o di offese legate al contenuto dell'intervento.


IV. Norma giuridica per lo scioglimento e il divieto

Secondo la giurisprudenza, l'abolizione dell'articolo 22 n. 3 VersFG BE e dell'articolo 5 della legge sull'Assemblea federale viene interpretata nel senso che:

“Da un lato, i reati di espressione di opinione ivi contemplati devono essere di notevole importanza e portare a disarmonia, e dall’altro, i fatti su cui si fonda il divieto devono essere accertati con certezza tale da escludere ogni ragionevole dubbio, in modo che le ulteriori richieste la previsione del comportamento dell'organizzatore o dei suoi seguaci costituisce una base valida (cfr. delibera del Senato del 25 aprile 1998 - 1 S 1143/98 - VBlBW 1998, 426).

Un divieto totale può essere preso in considerazione solo se ci sono circostanze evidenti che suggeriscono che rappresentare o tollerare opinioni e dichiarazioni criminali sia la preoccupazione principale del raduno. Se una previsione attendibile dei rischi non consente questa conclusione, sono ammesse solo restrizioni meno drastiche (cfr. Dietel/Gintzel/Kniesel, a.a.O. § 5 Rn. 33). Poiché le semplici restrizioni sono interventi minori rispetto al divieto, dall'autorizzazione al divieto si può trarre una conclusione all'autorizzazione a emanare misure che eludono il divieto ma sono tuttavia adatte allo scopo nell'applicazione del principio di necessità (cfr. Dietel/Gintzel /Kniesel, a.a.O. § 5 Rn. 43 m.w.N.).” (VGH Mannheim, sentenza del 12 luglio 2010 – 1 S 349/10 –, juris 45)

Secondo tali principi, l'ordinanza impugnata è priva di fondamento fattuale. Come ha ammesso lo stesso direttore generale delle operazioni davanti al collegio degli avvocati, gli organizzatori non erano a conoscenza dell'esistenza di divieti di attività da parte di persone non presenti. Nel corso dell'incontro non sono stati individuati fatti penali che, per la loro natura e gravità, debbano essere perseguiti come reato perseguibile d'ufficio. L'ordine di scioglimento non si basava su tali constatazioni.

Le dichiarazioni – ammesso che fossero punibili – non miravano né erano idonee a causare disturbo alla quiete pubblica – né all’interno dell’assemblea stessa né al di fuori di essa. L'organizzatore non ha nemmeno dato seguito a tale richiesta. L’intero scenario dell’orchestrazione delle misure di polizia non offriva alcuna opportunità per questo. I partecipanti alla riunione avevano la sensazione di trovarsi a una riunione di polizia piuttosto che a una riunione sorvegliata dalla polizia.

A causa della impossibilita' di prevedere eventuali rischi di pericolo per l'evento o di anticipare il comportamento dell'organizzatore o dei partecipanti, si puo' presumere che le motivazioni addotte per lo scioglimento del 12 aprile 2024 e l'ulteriore divieto nei giorni successivi della manifestazione fino al 14, sono al di là di ogni ragionevole dubbio arbitrarie.

Questa constatazione è ulteriormente rafforzata dal fatto che l'organizzatore non viola il divieto di attività – di cui non era a conoscenza – quando mostra il video di un cittadino di uno Stato terzo in Germania che si trova all'estero. 

Misure relative a un caso simile di divieto di attività politica sono state dichiarate illegali dal VG Berlin proprio l’anno scorso (VG Berlin, sentenza del 22 marzo 2023, VG 24 K 256.19). Qui la polizia si rifiuta di prendere atto della giurisprudenza e di applicarla.


V. Misure più blande dello scioglimento erano chiaramente possibili

Secondo l'articolo 22 comma 2 della VersFG BE si sarebbero dovute adottare misure più blande, vale a dire il divieto di riprodurre o riprodurre determinati videomessaggi o il divieto di parlare per i presenti. Tuttavia né l'autorità si è avvalsa di ciò nella sua decisione, né sono stati impartiti ordini corrispondenti sul posto. Era risaputo che Salman Abu Sitta avrebbe inviato un saluto al Congresso. Nello scambio di informazioni con la polizia dell'8 aprile 2024 è stato inoltre annunciato che i contributi riprodotti sarebbero stati preventivamente controllati per eventuali contenuti criminali e che tutti gli oratori sarebbero stati informati sulla situazione giuridica nella Repubblica federale. Ciò è stato ripetuto anche al responsabile generale delle operazioni. È stato inoltre offerto di mettere i contributi video a disposizione della polizia per la revisione. Anche questo non è stato affrontato.

La polizia ha così mostrato un comportamento del tutto sproporzionato e incostituzionale. Le numerose e serie preoccupazioni e argomentazioni legali presentate dal collettivo di avvocati sono state ignorate.

La sala è stata poi sgombrata e ci sono stati almeno tre arresti. È stato inoltre riferito che ex partecipanti e giornalisti sono stati seguiti, osservati, identificati e perquisiti dalla polizia mentre tornavano a casa.

VI. Ulteriori divieti di attività politica e di contatto

Ancor prima dell'inizio dell'evento, è stato annunciato che un relatore in viaggio dalla Gran Bretagna, il Dr. A Ghassan Abu Sittah (rettore dell'Università di Glasgow e medico) è stato vietato l'ingresso nel Paese dalla polizia federale, che è stato detenuto nella zona del terminal e il suo passaporto è stato confiscato fino al suo ritorno a Londra dopo un lungo interrogatorio. Gli è stato anche vietato di tenere il suo discorso online.

Il 13 aprile 2024 si è saputo che era stato emesso un “divieto di attività” contro Yannis Varoufakis (ex ministro delle finanze greco e presidente del partito Diem25), anche questo su ordine verbale della polizia. L'ordine è stato emesso dalla Polizia Federale per conto del Ministero Federale degli Interni. La base giuridica non è stata comunicata.

I nostri clienti sono inoltre venuti a conoscenza di ulteriori divieti di contatto e di attività in almeno due casi. È stato proibito qualsiasi contatto o accomodamento con i partecipanti o gli organizzatori del Congresso sulla Palestina.

VII. Intimidazione

Non va sottaciuto che la messa al bando del Congresso palestinese fa parte di vari precedenti episodi di mobbing. Ciò include, tra l'altro, il blocco del conto bancario Jüdische Stimme e.V., utilizzato per raccogliere donazioni per il congresso. Ciò include anche gli "avvertimenti di sicurezza" della polizia contro il Café MadaMe, dove avrebbe dovuto svolgersi una serata di raccolta fondi per il Congresso della Palestina, che è stata annullata sotto pressione. Tra questi rientrano anche i tentativi di intimidazione contro il proprietario della sala del Congresso Palestinese: diverse autorità sono state chiamate in causa per constatare presunte carenze nella protezione antincendio e nel permesso d'uso.

VIII. Conclusione

Il Collegio degli avvocati di Berlino rimane scosso di fronte a questi sviluppi. Ogni tentativo costituzionale di proteggere l'incontro e i partecipanti all'incontro e di garantire che tutto si svolgesse regolarmente e legalmente è stato reciso dalla polizia. Si è creata l'impressione che la tutela giuridica sia stata calpestata, al di là di ogni comprovata esperienza nel diritto assembleare, nella giurisprudenza e nei precetti costituzionali. Rafforza inoltre l’impressione che la polizia sia stata esposta a pressioni politiche che la hanno portata ad agire consapevolmente in modo illegale. Una risposta costituzionale non solo ci è resa più difficile, ma ora è quasi impossibile: un precedente divieto – come richiesto dalla politica e dai media – non avrebbe potuto essere emanato in modo giuridicamente sicuro; Gli organizzatori avrebbero potuto difendersi con successo da questo attraverso una protezione legale urgente. Il divieto locale ha ridotto al massimo la tutela giuridica.

Possiamo solo supporre che la questione palestinese e la discussione sul genocidio verranno messe a tacere, nonostante i molteplici ordini provvisori dell’ICJ. E questo nonostante il coinvolgimento tedesco nel genocidio, attualmente in fase di negoziazione all’Aia. Con l’attenzione nazionale e internazionale rivolta alla repressione del Congresso palestinese, ora è accaduto il contrario.


traduzione e sintesi dal tedesco AP


venerdì 3 novembre 2023

La questione palestinese in Germania (7)

Berlino, 3 novembre 2023


Al Jazeera trasmette in diretta l'ennesimo vile attacco a G4Z4 sui civili inermi da parte delle !DF. Questa volta hanno centrato con chirurgica precisione un ambulanza nell'area adiacente all'ospedale Al Shifa situato al centro della striscia, dopo che per la terza volta avevano già  bombardato il campo profughi di Jabalya. Ogni edificio pubblico e' ormai un target, scuole ospedali, chiese e moschee, considerate basi strategiche della resistenza. Piu' di 9000 morti, quasi tutti civili, quasi la meta' bambini. La carneficina non finisce, non finirà', considerando che il premier istr43li4no non ha nessuna intenzione di ordinare una tregua se non vengono rilasciati i 200 ostaggi catturati da H4m4s il 7 ottobre scorso, nonostante gli americani attraverso le parole del segretario di stato Antony Blinken, consigliano blandamente di cautelare i civili. 

Il capo di H!sbollah, il libanese Hassan N4srallah, in una estenuante e minacciosa filippica contro i paesi occidentali, ha detto sostanzialmente che se Isr43l attacca il L!bano, loro reagiranno con forza e determinazione. Tutte le opzioni sono sul tavolo. Inconcludente contributo che non ferma l'eccidio ormai inevitabile del fiero popolo palestinese che viene massacrato nell'indifferenza generale. La UE resta a guardare di fronte alla richiesta del segretario generale dell 'ONU Antonio Guterres che chiede un cessato il fuoco da entrambi le parti e incassa il divieto di ingresso in Isr43l non senza essere accusato di anti-semitismo dall'opinione internazionale.

In tutto il mondo fiumane di attivisti e sostenitori indignate e' scesa in piazza per esprimere appoggio incondizionato al popolo palestinese e per chiedere la fine della guerra. Qui in Germania, dove poche manifestazioni sono autorizzate, si registrano arresti e denunce. Un giovane  italiano e' stato arrestato durante un corteo a Berlino-Neukölln a metà ottobre, ed e' accusato, tra l'altro, di aver scandito slogan antisemiti e anti-israeliani e di aver lanciato pietre e bottiglie contro gli agenti di polizia.  La procura di Berlino ha processato il 25enne con procedura accelerata, ha annunciato venerdì un portavoce dell'autorità.

Ma protestare in sostegno della Palestina non deve essere reato e non staremo zitt3!!!

Qui di seguito pubblico la mia traduzione in italiano del contributo pubblicato il 1 novembre dal collettivo antifascista Rigaer94. Una goccia in un mare di indifferenza in questa Berlino alle porte dell'inverno, preoccupata unicamente di combattere l'aumento dell'anti-semitismo, da una parte sostenendo acriticamente lo stato di Isr43l e dall'altra ignorando le ragioni storiche, politiche e territoriali della questione palestinese. 


Handala
 dell'artista palestinese Naji al-Ali 


Alcune riflessioni sulla fuga dalla prigione più grande del mondo

Da un paio di settimane sentiamo da molti la necessità di esprimersi riguardo a ciò che “sta accadendo ora a Gaza”. Argomentazioni che sembrano quasi suggerire che sia iniziata una nuova guerra sono comuni anche negli ambienti radicali o anarchici. Da quando è cominciata la fuga da Gaza, la lotta palestinese di liberazione in Germania viene assimilata alle azioni di Hamas. Lo Stato tedesco, i partiti politici e talvolta anche i nostri compagni sono molto preoccupati di quanto si possa essere lontani o vicini alle idee di Hamas. Ma queste posizioni mettono in discussione molto poco riguardo alle radici storiche di una guerra asimmetrica che dura da più di 70 anni. Un continuo massacro del popolo palestinese è in corso fin dai tempi del colonialismo britannico, assistito dall’instaurazione di un regime di apartheid in una società di coloni creata artificialmente.

Oggi in Germania prevale ancora la necessità di condannare le storie dell’orrore e le fake news, anche quando sono già state negate dai media mainstream. Invece di ascoltare le voci della Palestina e delle comunità in esilio, c’è poca resilienza al discorso orientalista che lo Stato e i media stanno spingendo, costruendo l’immagine dell’“arabo” come il male supremo. Questa dinamica è stata presente in tutte le cosiddette “Guerre al terrorismo” a partire dall’11 settembre, ma ha avuto origine molto prima. Individui e collettivi, che non sono mai stati simpatizzanti di Hamas, si trovano oggi con le spalle al muro, costretti a seguire le direttive di un movimento bianco tedesco. Innanzitutto devono dichiarare pubblicamente la loro distanza dalle idee islamiste prima di avere lo spazio per parlare delle proprie idee politiche sulla liberazione dall’oppressione coloniale e fascista di Israele.

Il livello di violenza manifestato a Berlino nelle ultime settimane non può essere spiegato semplicemente come una reazione alla fuga da G4z4. Gli studenti possono essere schiaffeggiati da un insegnante a scuola, le persone si trovano ad affrontare la brutale violenza della polizia nelle strade e le manifestazioni sono sistematicamente vietate. Sebbene l’antisemitismo trovi le sue massime espressioni in questo territorio, e consideriamo nostra responsabilità combattere le molteplici espressioni della supremazia cristiana bianca – siano esse Hubert Aiwanger, AFD, Reichsbürger o altri – lo stato tedesco distoglie l’attenzione da questo accusando altri. L’idea dell’antisemitismo importato è e rimane un modo per la Germania di trovare un nuovo demone della storia e di spingere l’antisemitismo da sé alla Palestina in un modo storicamente revisionista. I risultati sono evidenti oggi. Con la consueta agitazione razzista, costruendo l’idea che i palestinesi sono antisemiti per natura, lo stato tedesco sta cercando di dividere la nostra classe su linee etniche e religiose, come una cortina di fumo per la divisione tra noi e i produttori di armi che attualmente guadagnano un sacco di soldi dalle azioni  Rheinmetall quotate in borsa.

Per mettere a tacere ogni resistenza alla complicità tra lo stato tedesco e l’esercito israeliano e le sue autorità sioniste, viene utilizzata la nota narrazione della colpa, dispiegandola come un manto trasparente sulle persone socializzate nel territorio controllato dallo stato tedesco. 

Solo ora, dopo oltre 100 anni?!

Ci pesa il mare di contraddizioni in cui è immersa la guerra. Da oltre 100 anni vediamo immagini di palestinesi uccisi dalle forze coloniali. Da oltre 100 anni vediamo immagini di palestinesi sfollati dai propri territori. A partire dal II Accordo di Oslo del 1995, siamo stati testimoni di come l’artiglieria narrativa del peacemaking attacchi tutte le forme di autodifesa e autodeterminazione, caratterizzandole come barbare o incivili.

Siamo stufi di vedere G4z4 sotto le macerie, dopo decenni di bombardamenti da parte delle forze isra3li4ne. Ed è con questa sensazione che abbiamo assistito all'abbattimento delle recinzioni del carcere più grande del mondo. Le persone a G4z4 sono state soggette a una costante violenza che non possiamo nemmeno immaginare possa essere inflitta suoi nostri corpi ma che è stata normalizzata per gli altri. Dopotutto, normalizzare l’oppressione di alcune persone è una necessità del mondo capitalista coloniale in cui viviamo ancora. Questa bestia ha bisogno che i colonizzati rimangano in silenzio, obbediscano passivamente. Anche la “sinistra” tedesca ama le vittime di cui “prendersi cura” per riscattare la propria colpa.

Ciò che preoccupa alcune persone in Germania oggi non è la violenza in sé e per sé, e non tutte le morti sono ugualmente inquietanti. Interiorizziamo la valutazione delle morti a cui possiamo dare un volto, mentre non ci interessano quelle senza volto. Accettiamo il fatto che alcuni possano piangere i propri cari e seppellirli, e allo stesso tempo accettiamo semplicemente la scomparsa di migliaia e migliaia di persone. Ciò che infastidisce alcune persone, soprattutto quelle al potere, è il fatto che coloro che dovrebbero rimanere passivi si stanno attivando sulla via della liberazione, ed è allora che il sistema finalmente trema. Attraverso le loro azioni, gli abitanti di G4z4 stanno costringendo noi dell’Europa centrale a smettere di guardarci l’ombelico e a prendere posizione sulla loro realtà. Oggi, coloro che dovrebbero perseguire l’ideale di sviluppo occidentale, ci rinfacciano una realtà che a volte è difficile per noi comprendere. Questo ci infastidisce, costringendoci a lasciare il posto a chi comanda, che dice cosa interessa e cosa no, e chiede di attirare l’attenzione su una realtà di cui noi tutti beneficiamo. Oppure pensiamo ancora che il nostro benessere e la nostra stabilità economica in questo Paese siano indipendenti dal massacro degli altri nel Sud del mondo?

Per molti qui, è un duro colpo per il loro ego, confrontarsi con questa realtà, essere smascherati come se non avessero una posizione chiara. Perché fino ad oggi avrebbero potuto essere indifferenti, come lo sono stati alcuni di noi, ma ora non più. Prendere posizione in questo genocidio dovrebbe essere facile per chiunque. Per noi è doloroso, contraddittorio e faticoso, ma necessario. La guerra ci mette nella posizione di non avere alcuna opzione già pronta tra cui scegliere, ma ci impone di costruire posizioni nostre, o di essere messi da parte.

Forse questa può essere un’opportunità per molti di iniziare a capire cosa significa il colonialismo anche per le persone qui, nella nostra quotidianità', e quindi di camminare sulla via delle lotte anticoloniali.

Affrontare le contraddizioni rimanendo solidali.

Nonostante le contraddizioni sopra menzionate, non ci allontaniamo dalle nostre convinzioni antimilitariste e pacifiste. Per noi è chiaro che la macchina da guerra e il mercato della morte non sono mai la via verso la liberazione. Abbiamo appreso che l’idea di una pace suprematista bianca, in cui solo i militari degli stati nazionali riconosciuti dalle Nazioni Unite combattono nei territori occupati, non è pacifica. È semplicemente un’idea ignorante, che mira a togliere lo spazio all’autodifesa monopolizzando la violenza su scala globale. Tutte le morti avvenute finora sono terribili, così come quelle che accadono oggi. Ecco perché vogliamo una lotta che garantisca che nessun altro muoia, o che venga segnato a morte a causa della sua identità, e che diventi solo un altro numero in una statistica globale.

E sappiamo per certo che la politica del regime, plasmata dall’esercito israeliano e sostenuta dall’Autorità Palestinese che ha governato questo paese dagli anni ’90 in poi, non ha fornito alcun terreno fertile per una vita in libertà, e non lo farebbe quindi in ogni possibile futuro.

Negli ultimi giorni la notizia ribadisce la posizione della Germania con Israele. Ebbene, lo Stato tedesco potrebbe, ma noi abbiamo dimostrato sulla strade di Berlino, Sonnenallee, Potsdamer Platz, O-Platz… che siamo dalla parte della Palestina.

Dal Sahara Occidentale alle montagne del Chiapas, dai territori Mapuche alla valle del Kashmir. Con il cuore rivolto a G4z4, 48 anni, e alla Cisgiordania, vale a dire alla P4lestina nel suo insieme, abbracciamo l’autorganizzazione e l’autodeterminazione dei popoli. Salutiamo coloro che sono oppressi e si sollevano per altri mondi e che si impegnano nel dialogo attraverso le azioni.

Siamo fianco a fianco con le persone che affrontano la repressione. 

Uniamoci alla Sonnenallee e scendiamo in strada a manifestare.

From the river to the sea, Palestine will be free!

Riga 94

2023 November (squat.net)


testo e traduzione words  © ANTONELLA PINTUS 


sabato 14 ottobre 2023

La questione palestinese in Germania (4)

Berlino 13.10.2023


"La stampa tedesca e israeliana denunciano Neukölln come pericolosa per ebrei e israeliani. Oggi la nostra rappresentante Iris Hefets ha voluto esercitare il suo diritto fondamentale di esprimere pubblicamente la sua opinione dopo che la nostra manifestazione a Oranienplatz è stata vietata dalla polizia di Berlino. Poi è rimasta sola in Hermannplatz con questo cartello. La polizia voleva vietare di mostrarlo, facendo riferimento al divieto di assembramenti, dopodiché lei ha affermato che come individuo ha il diritto fondamentale alla libertà di espressione. Poiché lei non si è arresa, la polizia l'ha inizialmente presa in custodia. Dopo essersi convinti di questo diritto fondamentale, gli agenti di polizia hanno accompagnato Iris Hefets a Hermannplatz, dove ha potuto tenere indisturbata il suo cartello. Molti passanti di ogni genere hanno espresso il loro sostegno."



Iris Hefets membro dell'associazione Jüdische Stimme für gerechten Frieden in Nahost mostra un cartello sulla piazza del comune di Neukölln:

"DA EBREA E ISRAELIANA CHIEDO DI FERMARE IL GENOCIDIO A GAZA"


Dai giornali tedeschi e locali pubblicati in rete a una settimana dell' attacco efferato di Hamas nei kibbutz che circondano Gaza e conseguente criminale bombardamento della striscia da parte di Israele,  apprendo con molta preoccupazione che secondo le nuove norme emanate da Katharina Günther-Wünsch, senatrice per l'Istruzione, la Gioventù e la Famiglia per il controverso sistema scolastico di Berlino, le caratteristiche dell'identità palestinese saranno da ora in poi vietate dentro le scuole, come indossare la kefiah, mostrare adesivi con scritte come “Palestina libera” o una mappa di Israele con i colori della Palestina, scandire slogan in sostegno ad Hamas, ma possono essere perseguiti anche cori come IntifadaFrom the river to the sea, Palestine will be free. Secondo la senatrice, che come tutto il Senato di Berlino e' schierato completamente e unicamente a favore di Israele, tali simboli e azioni rischiano di mettere in pericolo la pace scolastica e la risoluzione del conflitto, in contrasto con il mandato pedagogico e scolastico. Secondo il primo paragrafo dell'articolo 5 della Grundgesetz für die Bundesrepublik Deutschland, la costituzione tedesca, che recita: "Ogni individuo ha il diritto di esprimere e diffondere liberamente le proprie opinioni con parole, scritti e immagini e di ottenere informazioni senza ostacoli da fonti generalmente accessibili. Sono garantite la libertà di stampa e la libertà di cronaca radiofonica e cinematografica. Non avviene alcuna censura," aspettiamoci un decisivo aumento delle conflittualità' sociali con un incontrollabile escalation tra le fazioni, che criminalizzate sarebbero impossibilitate al confronto. 

Scontri, tafferugli e arresti si sono già' registrati in questi giorni a seguito dei divieti della polizia ad assembramenti pro-Palestina in varie piazze centrali della città'. Ma l’attenzione a Berlino e' rivolta in particolare a Neukölln, dove la comunità palestinese è più numerosa che in qualsiasi altra parte del Paese. Il sindaco di Neukölln Martin Hikel (SPD) ha dichiarato su WELT AM SONNTAG: “L'antisemitismo legato a Israele è molto diffuso. È un dato di fatto che nella comunità palestinese vi sia una forte incitamento contro Israele. Abbiamo bisogno di un sondaggio sensato in Germania che attribuisca correttamente anche le dichiarazioni antisemite a Berlino: troppi atti antisemiti vengono erroneamente attribuiti a crimini di “destra” motivati ​​politicamente”.

La discriminazione verso i cittadini ebrei, non deve essere ovviamente sottovalutata, ma considerando la numerosità' dei musulmani, che particolarmente in questi giorni si indentificano con i palestinesi, si potrebbe scatenare anche una sorta di caccia all'arabo. La resistenza appoggiata anche da attivisti laici e di tutte le confessioni subisce quindi una pericolosa censura, che suggerisce all'opinione pubblica una falsata e superficiale identificazione dell'intero popolo palestinese con i gruppi fondamentalisti islamici come H4m4s e Jih4ad. 

D'altronde dopo le recenti indifendibili dichiarazioni del presidente dell'Autorità' Palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah in Cisgiordania su Hitler e gli ebrei perseguitati perché' usurai, la sindaca di Parigi gli ha confiscato il prestigioso premio dell'Uomo della Pace" conferito nel 2015, con conseguente comprensibile indignazione dei tedeschi che hanno gridato allo scandalo. 

E se e' vero che dobbiamo aspettarci un aumento consistente degli scontri tra opposte fazioni, che non  risolve l'annoso conflitto mediorientale, non smetteremo di rivendicare con forza che esprimere solidarietà' alla Palestina non può e non deve essere reato.

Dall'antisemitismo all'islamofobia e' un attimo!

A.PI.

PS.

(((((SOLIDARIETÀ AL MOVIMENTO STUDENTESCO ANTIFASCISTA))))) Incidenti alla manifestazione studentesca contro il raduno dei giovani sovranisti a Roma, che promuovono politiche migratorie illiberali, sostengono acriticamente Israele e che da sempre promuovono pratiche di razzismo strutturale, passando dall'antisemitismo all'attuale islamofobia e persecuzione degli arabi e Africani. Poco dopo l'inizio del corteo, i manifestanti sono stati bloccati e picchiati dalla polizia. In seguito si sono uniti alla manifestazione pro-Palestina.

words © ANTONELLA PINTUS 



giovedì 17 agosto 2023

ESTETICA E' POLITICA @ L' Elettronica e' Donna_Media, Corpi, Pratiche Transfemministe e Queer (2020)

contributo @ L'Elettronica e' Donna_

Media, Corpi, Pratiche Trans femministe e Queer (2020)

a cura di Claudia Attimonelli e Caterina Tomeo



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ESTETICA E' POLITICA

È terribile digitare queste parole sulla tastiera: Liebig34 è stato cancellato. Alle 7:00 i robocop hanno iniziato a segare e flettere recinzioni, porte, finestre e barricate e intorno alle 11:00 le ultime residenti sono state trascinate fuori dalle stanze. Siamo tristi. Piangiamo. Siamo esauste. Siamo arrabbiate.

 Das Kollektiv Liebig34 (1)

Oggi, 9 ottobre, mi sveglio come sempre prestissimo, anticipando le sirene spiegate dell'imponente contingente di Polizei che si dirige frenetico a compiere con puntuale solerzia lo sgombero ordinato dalla coalizione rot-rot-grün del senato di uno degli ultimi avamposti alternativi rimasti a Berlino: il Liebig34, palazzo abitato da trenta anni da un variegato popolo internazionale anarchico e femminista. Liebig34 è stato un posto accogliente e indispensabile per chi ha subito l'ostilità e l'emarginazione istituzionale perché omosessuale e transessuale. Ho partecipato negli anni passati a un paio di eventi multimediali finalizzati per altro a finanziare uno dei tanti processi contro le compagne in Italia o in Grecia. Insomma un altro pezzo di storia politica e sociale viene spazzato via nella ricostruzione inesorabile di un quartiere come quello di Friedrichshain, operaio nel socialismo reale e da quindici anni quasi elegante, hyper hipsterizzato, eco fascista e determinato nel bilanciare la fobia della scarsa crescita demografica con la diffusione di luoghi organizzati e indirizzati alle nuove famiglie della gig economy e delle start up. Tanti si sono prodigati nell'esprimere una giustificata solidarietà, anche la freie Schule coinvolgendo appunto i bambini durante le manifestazioni di protesta contro lo sgombero. Inutile. 

Proprio perché le questioni che hanno affrontato gli attivisti di Liebig34 sono di grande rilevanza per la nostra città, lo sgombero è una perdita. La libertà per i gruppi emarginati, per i rifugiati, le vittime di violenza sessuale, i senzatetto o le persone che semplicemente non si conformano all'ordine etero normativo, stanno scomparendo sempre più e sono più importanti che mai. E, naturalmente, anche i club, che attualmente sono in difficoltà, possono essere spazio libero. Ma siamo onesti: solo per persone abbienti. Una senzatetto colpita dalla violenza patriarcale non troverà né aiuto né rifugio davanti al Berghain, ma sguardi pietosi e denigratori. TIP Berlin 9.10.2020 (2)

Ieri, 8 ottobre, una delle maestre della scuola elementare dove lavoro come insegnante di sostegno per la lingua tedesca e l'aritmetica, durante un gioco dove  e' stato scambiato lo zaino di una scolara con quello del suo vicino di banco, ha sottolineato che la borsa con la principessa non avrebbe potuto appartenere a Marko, perché troppo auffällig, strana inadeguata ridicola. Troppo femminile per un maschio. Abbiamo concluso l'ora prima della pausa con una grassa risata. Amara. Triste.

I club di Berlino sono in pausa forzata da mesi a causa del Coronavirus. Alcuni usano le loro aree esterne come Biergarten. A causa dei rave e delle feste illegali nei parchi di Berlino, ci sono stati problemi con la polizia. Molti locali sottolineano la loro estraneità attraverso l'organizzazione interna della Club Commission. Der Tagesspiegel 10.10.20 (3)

Domani, 10 ottobre, entrano in vigore le nuove misure di contenimento al dilagare del virus SARS-COVID 19, vietando ancora il regolare funzionamento dei locali da ballo, che resteranno chiusi, a parte qualche evento giornaliero, almeno fino alla fine del mese. Quest'anno è fottuto. Insomma.

Jeannette e Rita 30 anni escono dal pub. Jeannette non pensa molto al coprifuoco. "I giovani si beccano comunque, anche a casa di qualcuno. I politici avrebbero dovuto prepararsi meglio, perché tutti sapevano che la ricaduta sarebbe stata critica". Rita contraddice: "E' giusto che le regole siano date dall'alto. In Gran Bretagna, gli anziani vengono mandati a casa così i giovani possono festeggiare. Qui si applica il sistema di valori contro il nostro divertimento. La sera, non andiamo più al Berghain nella darkroom a scopare, così la nonna può ancora andare al supermercato. Lei pensa che sia giusto? I ragazzi dovrebbero farne a meno?". La conversazione viene interrotta da uno spacciatore di coca che, confuso, chiede se hanno ordinato un pezzo. 

Der Spiegel Panorama 16.10.2020 (4)

3 ottobre, giorno commemorativo della riunificazione della Germania, si è tenuto con un finanziamento eccezionale da parte del senato il Tag der Clubkultur (5), una giornata dove 25 locali e 15 collettivi selezionati hanno organizzato eventi e iniziative di variegato spessore artistico, per segnalare la propria r-esistenza nella città' della techno. Ho partecipato come DJ a due differenti eventi per tipologia e per frequentazione. Uno e' stato allestito dal collettivo queer Buttons (6), fondato nel 2016 a seguito della conclusione di Homopatik il precedente party residente presso ://about blank (7), club nato nel 2010 dall'occupazione e ristrutturazione di un Kindergarten dei tempi della DDR, da parte di un gruppo di compagne/i provenienti dall'Antifa. Legalizzato ormai da anni da regolare contratto con il comune e situato vicino alla stazione Ostkreuz, resta uno dei principali club internazionali della città. Come residente da un decennio ed ex booker ho sviluppato nel tempo il progetto Sunset Motherfucker: scintilla contrastante alla pervasiva e noiosa techno, dove creando uno spazio musicale alternativo propongo altri generi da ballo e d'ascolto, con un approccio più culturale che edonistico suggerisco altre modalità di movimento senza limiti, attingendo alla mia variegata collezione di vinili. Per il giorno dei club ho organizzato un'ora di musica classica suonando balletti francesi, estratti dal teatro di Brecht, comizi nazisti in sottofondo, canti socialisti, testimonianze della caduta del muro, ballate yiddish, il jazz americano e lo Schlager tedesco. Tramonto stronzo. Foxtrot latino e rock proletario. Sunset come fine vita; Motherfucker dalla cultura hip hop per ricordarci che la vita è beffardamente famigerata. Il progetto dedicato per intero al vinile può essere riassunto come tropical dark. (8)

L'altro evento si e' tenuto presso il Klunkerkranich (9), una terrazza panoramica situata all'ultimo piano del parcheggio della mall di fronte al Rathaus della circoscrizione di Neukölln, attuale quartiere ospitante la nuova generazione internazionale di artisti e musicisti, dove nella sala concerti, la colorata WOHNZIMMER ho condiviso la consolle con il DJ residente Vamilier+ater (10). Qui il mio progetto sonoro si chiama FCK VYNYL: ILM Intelligent Lounge Music, kitsch umorale, antico jazz anti-JET SET, cocktail di velluto polveroso per il vostro morbido intrattenimento, cosmic noise, voci sussurrate, world downtempo, vibes sperimentali, grooves amari e attimi di felicità', mainstream, rarità in vinile e in digitale.

CLUB CULTURE contraddizioni futurismo passatismo avanguardismo borghesismo sozzura velocità' lentezza eccellenza inefficienza rassegnazione grigiore verso un sol dell'avvenir che non verrà mai sogno desiderio corpi liberi feticci mentali.

All'inizio non serviva molto per festeggiare. I club erano spesso scantinati di case demolite, in cui veniva allestito un bar improvvisato tra cumuli di macerie. Al più tardi quando la luce tremolante stroboscopica si accendeva, la macchina del fumo sputava fuori la nebbia profumata alle fragole e tutti i presenti sollevavano le braccia in aria. Nel corso del tempo i club sono diventati più grandi e più professionali; è stato un bene per il movimento, ma non più così affascinante. 

Der Spiegel Online 2016 (11)

In attesa di visionare la terza serie di Deutschland 12 in qualche portale italiano, considerando che boicotto il fottuto Amazon, stanotte ho finito di guardare il documentario sul caso Rohwedder (13), il politico della SPD che fu responsabile della prima fase all'indomani della caduta del muro di privatizzazione dell'industria collettivizzata della DDR e che nel 1991 fu ucciso in un attentato attribuito alla RAF,  ma molto probabilmente compiuto dalla STASI con la copertura di qualche potente occidentale coinvolto nella sparizione del denaro illecito accumulato in quasi cinquanta anni di Democratica Germania (14). Se si vuole avere uno sguardo sulle condizioni politiche e sociali nei primi anni novanta, il documentario e' abbastanza esaustivo: ci sono anche interessanti frammenti sulla prima scena techno, qualche pezzo musicale storico e alcune interviste ai protagonisti di un movimento sociale e artistico, cosi pregnante nella cultura alternativa e non solo, che ancora oggi ne subiamo per cosi dire la sua scottante eredita; orgogliose/i di averne fatto parte in qualche modo, anche se lo True Spirit, da tempo sgonfiatosi, sta lasciando il posto ad altre forme di vita e di azione prepotentemente più edonistiche e capitalistiche. (15)

David Mancuso 16 aveva installato l'impianto migliore al LOFT. Non c'era mixer a creare interferenze. Aveva due piatti e suonava un disco dall'inizio alla fine, anche se era lungo quindici minuti. Non cercava d'impressionarti con il missaggio, c'era solo la musica. David Morales (17)

Ricordo la mia prima volta a Berlino: 13 luglio 1996, LOVE PARADE WE ARE ONE FAMILY, ballavo ballavo ballavo davanti al vecchio Tresor (18) presso la rovinata Potsdamer Platz, dentro uno scenario postbellico sulle dodici ore di vinili di Sven Väth (19); una grossa videocamera si avvicina e mi riprende anche mentre seduta sul marciapiede continuo a muovere le braccia sul ritmo delle casse techno che provengono dalla consolle. In rete ci sono ancora alcune testimonianze video. Epico. Energia pura (20).  Decisi di prolungare il mio soggiorno in città, ormai sicura di un mio imminente trasferimento; sono ritornata tutte le estati a seguire fino al 2004 quando mi sono stabilita definitivamente. Arrivai sul camion di Mr.3P degli Ostia Rioters di Spazio Kamino (21) con mobili-vinili-vestiti, dopo aver svuotato finalmente la mia stanza nella casa di Torpignattara dove ci avevo vissuto dodici anni.

Negli anni novanta eravamo estroversi, forse anche esibizionisti, da come ci osservavano per strada a bocca aperta. Le borse della spesa in mano. Non sapevi cosa ci fosse dentro. All'inizio tutti lo trovavano stravagante. A Berlino le persone erano seriamente intellettuali, avanguardiste o almeno drammaticamente dipendenti dalla droga. Danielle de Picciotto (22)

ROMA, 3 ottobre 1989, alla televisione passano le immagini ormai storiche dall'abbattimento del muro di Berlino. Avevo appeso nella mia stanzetta a Monteverde una foto memorabilia per ricordare l'evento. Ancora non immaginavo che sarei finita a viverci, quello era il mio primo anno nella capitale, primo anno di università, primo anno di studio in psicologia, desiderio avveratosi da quando avevo tredici anni e volevo scappare dalla provincia sarda. Ricordo ancora quando entrai nella cittadella universitaria. Cresciuta melanconica ascoltando a ripetizione i dischi di Patty Smith, il rock, il post punk, gli Smiths di Meat is Murder (23), a cui devo il mio vegetarianismo, divorando libri difficili: Joyce Kafka Beckett i russi i francesi gli inglese i teutonici i film censurati di Pasolini quelli rivelatori di Fassbinder il deserto esistenziale di Antonioni i giochi di Greenaway con foga molto maniacale ma poco depressiva, il tutto condito dalla TV nazionalpopolare e dai telefilm americani, dalla politica ingenua degli anni ottanta sull'isola, travestita scura secondo il modello new wave dark allora imperante (24), vissi quel momento come un déjà-vu'. Lo diceva mia madre che non dovevo guardare i film per adulti, e non mi riferisco a YOUPORN. In quei giorni si preparava quello che sarebbe diventato un evento importante per la politica extraparlamentare dai tempi della rivoluzione del sessantotto: l'occupazione delle università statali contro la nuova riforma di privatizzazione voluta dall'allora ministro della pubblica istruzione Ruberti, dando vita al meglio noto movimento de LA PANTERA 1990 (25). Dormendo sopra la cattedre delle aule della facoltà situata proprio al centro del quartiere rosso San Lorenzo, sede storica di Radio Onda Rossa (26), della autonomia operaia, dei movimenti antifascisti femministi e alternativi, della sinistra radicale extraparlamentare, inizio a immergermi in quel mondo sfaccettato della politica di quartiere, delle sedi anarchiche, delle occupazioni delle case, dei centri sociali e delle manifestazioni di protesta, eredita' degli anni settanta, ben piu' caldi e violenti. (27)

RAVE liberazione periferia polvere plastica fumi abusi contraddizioni esperimenti contro la società dello spettacolo zone autonome di sperimentazione mordi e fuggi consuma e scappa ritorna e alza il volume ipocrisie scartavetrate rivelazioni quasi mistiche via dall'orrore della vita quotidiana. (28)

Roma-Berlino, 30 luglio 1999, come previsto l’entrata sull’aereo Virgin, non è delle più trionfali. Immediate difficoltà per la valigetta di dischi, con rotelle postume incorporate, che dovrebbero facilitare il trasporto di 15 chili di dischi. La hostess, strettissimo scivoloso inglese, non pensa che magari forsepuòdarsisarebbegentilecortesegraditounpiccoloaiuto per sollevare da terra così tanto vinile. Gli astanti, nonché neighbor di viaggio guardano e non favellano. E non aiutano. Il mio inglese non va. Il pranzo dopopranzo, sono le 16:00, non si può guardare né mangiare: panino avvizzito con fetta di cadavere rosato. Dopo il tè inodore, insapore, ecco il juice tradizionale all’arancia che si spalma beffardo sui miei vestiti, senza risparmiare l’ultimo TORAZINE (29), che ho appena cominciato a leggere. FUCK. OPSS!!! Sono piena di entusiastica curiosità. Le mie unghie si stanno squamando, noto con inquietudine che la mia dieta vegana è carente di calcio. O terra nibelungica, che dovrai ritemprare il mio spirito, si fiero, ma malato, donati a me, così come il mio aspro pensiero porgo a te.

Berlin, 1 luglio 2000, corteo evento contemporaneo in contrapposizione con la più nota LOVE PARADE (30); dalla prima parata dell’Odio sono passati tre anni. La FUCKPARADE (31) non si differenzia tanto dalla sfilata commerciale di “ONE LOVE ONE FAMILY”, dove anche qui ci sono numerosi truck che in corteo si muovono per le vie del Mitte, quanto, invece si caratterizza, con forza, per uno spirito riottoso e sperimentale, dove chi la promuove abbraccia approcci critici e autonomi rispetto all’industria della musica elettronica e delle produzioni techno, secondo un profondo dissenso generalizzato per tutto ciò che è controllato dal grande business. Sveglia e caffè tardi. Decido il tragitto per arrivare al BUNKER, in Danneckerstr. (32), da dove comincerà la parata. Incredibilmente nessuna folla esagerata nei treni dalla U-BAHN. Eppure per la LOVE sono previste unmilioneemezzodipersone. Imbocco la via e subito campeggia alto il carro della KLANGKRIEG guerra del suono (33), la label crew organizzativa dell’evento, con sopra un telo dove su sfondo bianco emerge minaccioso il teschio nero, simbolo della FUCK. Gli altri camion, van, furgoncini e macchine emanano tutti i tipi di musica; gabbertrancegoadrumnbassjunglerevival70etcccccc. Incontro immediatamente Daniel e Markus. Facciamo un giro incuriositi, in attesa di Rachael e Christoph. Si respira un aria distesa e rilassante. Il sound è magnetico e devastante, a tratti raccapricciante. Vengo proprio rapita e incatena, e per tutta la parata resto sempre nei pressi della testa del corteo. Vengono sprigionate casse dritte e spezzate di piombata violenza, dove le uniche barriere capaci di contenerle sono quelle architettoniche. La sfilata comincia con due ore di ritardo, ma valeva la pena aspettare impazienti. Imbocchiamo da subito la via del TACHELES (34), storico squat berlinese, ormai sul viale del tramonto metropolitano, dove i soldi sono il termometro delle scelte artistiche, di politico non c’è più niente, visti i finanziamenti comunali, è stata affossata l’ascia della resistenza e della rivolta contro lo stato delle cose presenti. La Polizei ci scorta impassibile, mentre sotto il camion l’atmosfera diventa incandescente. Ci avviciniamo ad Alexanderplatz., da sopra ci saluta l’obelisco della radio dell’est. Il fomento cambia con PANACEA (35). Solito TERROR STEP arricchito dalla rabbiosa voce di MC J, RAP RAGGA dura e tenace. A pieni polmoni urla il suo odio al FUCKED BUSINESS. Peccato non capisco il tedesco. Via via chi ci appropinquiamo alla zona di Friedrichshain, il numero di partecipanti aumenta vertiginosamente, più di diecimila persone. È tutto entusiasmante. E’ tanto tempo ormai che non partecipo a un corteo così allegro, scanzonato, potente e riottoso. Un pensiero al GAY PRIDE WORLD DAY, che in contemporanea sfila per la città del vaticano. Il teletrasporto non lo hanno ancora inventato. Sigh!!! Una volta raggiunta KASTANIENALLEE tutta in salita, attacca alla consolle l’irruente SCUD (36). La gente, saluta e sorride divertita, dai sushi bar e dai ristoranti vietnamiti, numerosi lungo il viale. Anche se qualcuno provoca alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine che infastiditi minacciano provvedimenti, bisogna constatare che i tedeschi sono molto disciplinati. D’altronde si lamentano, ma di cosa?, se vivessero in Italia, avrebbero sicuramente da protestare ogni momento. A Berlino tutto funziona alla perfezione, anche la ricostruzione e la privatizzazione delle strade sembra molto più efficiente e sensata delle nostre piccole e grandi mafiose manovre. Certo la Love Parade è certamente commerciale e finanziata anche  dalle grosse lobby del tabacco e delle comunicazioni. Anche alla FUCK ci sono ragazze scosciate che mostrano culo e tette. La situazione offre opportunità a tutti di essere quello che si è senza troppe menate. Lavoro, studio, casa, mezzi di trasporto, social e buone pensioni sono garantite a tutti i tedeschi, senza eccezioni, gli stranieri faticano un po’, ma alla fine riescono a realizzarsi anche loro. Il corteo termina proprio sotto casa in Eberswalderstr. Conclude ruvido CHRISTOPH FRINGELI della Praxis (37)  con vecchie e nuove tracce del suo repertorio. Salgo a casa, c’è freddo, riscendo e raggiungo i camion allineati sullo spiazzo finale della via, vorrei condividere la gioia con qualche amico romano, che sa apprezzare i buoni eventi. Sarà un'altra volta. Forse.

Appia Antica, 3 giugno 1995, quasi a ridosso delle Mura Aureliane, abbiamo scoperto un grosso edificio a due piani, assai polveroso e dismesso; utile per passare qualche notte particolarmente fredda a chi come barboni o immigrati non ha fissa dimora. Infatti al piano superiore ci stanno una serie di piccole stanze con materassi puzzolenti, dove e' visibile il passaggio di esseri umani: cartacce, cicche, rozze coperte, scarpe usate. Utilissime le finestre sulla strada per cioccare l’arrivo degli sbirri, che puntuali si sono presentati, intorno alle 3:00 della mattina; con abile diplomazia siamo riusciti a non farli entrare sino alla fine della festa. Ma torniamo un poco indietro di circa un mese, quando dopo qualche riunione organizzativa, decidemmo che il posto troppo diroccato e sozzo andava pulito. Ci premunimmo di scope, palette, buste. In genere cominciavamo di pomeriggio a spalare la merda, quanto meno per evitare che la gente sollevi più polvere del previsto. La stanza più grande doveva servire per acchitare la DANCEHALL; i piatti con il monitor dovevano essere installati il più in alto possibile lontani da polvere ed eventuali avventori. La consolle è sacra. Così venne sistemata su un trespolo industriale raggiungibile da scomode scalette. Tutta la strumentazione venne collocata in modo tale da non venire danneggiata evitando così guai onerosi con il service. Nella stanza affianco srotolammo del nastro rosso e bianco (il work-inn-progress dei cantieri edili e della segnaletica stradale) nei punti più rischiosi per l’incolumità delle persone. Il pericolo era rappresentato dai vecchi ingranaggi e dai macchinari dell’ex cartiera, probabilmente ancora funzionanti; archeologia da fabbrica stupenda, che a suo tempo serviva per la produzione della carta per i giornali locali. Il fascino del sudore operaio a qualcuno di noi illuminava la fantasia. Il detournement del luogo è stato spesso stimolo indispensabile nell’allestimento dei rave illegali. Non soltanto per il semplice piacere estetico dell’architettura postindustriale, ma anche per stuzzicare il nostro gioioso cinismo volto a trasformare un antico simulacro, simbolo del lavoro salariato, in un luogo dove esprimere il nostro divertimento collettivo e personalizzato senza bavagli o limiti di sorta. Fino alle prime luci dell’alba od oltre. Dopo aver fatto una sosta infinita in sottoscrizione e aver mediato con gli sbirri affinché non scassassero le palle per almeno un altro paio di ore, mi avvicinai al bar intorno alle cinque e lentamente a spintoni raggiunsi gli altri sotto la consolle. Un attimo di distrazione e i fottuti tutori dell’ordine, sino ad allora rimasti chiusi fuori, penetrarono furtivi attraverso il l’enorme cancello scorrevole. Dopo l’ennesima discussione hanno preso gli estremi di qualche documento e finalmente i zelanti dipendenti comunali si sono allontanati. In seguito non mi risulta che qualcuno di noi abbia subito conseguenze giudiziarie. Qualcuno comunque approfittò dell’uscita secondaria per allontanarsi indisturbato senza incappare in perquisizioni inutili. Bravo! Noi invece che dovevamo smontare tutto; amplificazione e relativi cavi, pannelli fluorescenti issati sui muri, piatti e mixer e altri attrezzi, facemmo entrare il furgone dall’Appia, unico accesso ampio disponibile, praticamente davanti agli sbirri. Sti cazzi! È andata. Per finire ancora due parole sulla nottata: per me fu l’iniziativa più coinvolgente che fino ad allora avessi organizzato, da quando l'ambiente dei RAVE era un poco cambiato, non saprei dire se in positivo o in negativo fatto sta che la contaminazione sociale e in parte culturale già da tempo si respirava nelle storie. Quella sera arrivarono più di duemila persone; credo sia stato il massimo storico per una festa fatta al centro e per giunta non autorizzata. Prima di allora si svolgeva tutto in periferia. Ricordo che una certa presenza coatta e discotecara mi infastidì non poco, in realtà stranamente già da tempo i DJ più seguiti della capitale avevano cominciato a prestare parecchia attenzione per il fenomeno e quindi un certo seguito bisognava tollerarlo. D'altra parte una certa stima e rispetto c’è sempre stata con chi anni prima provò a creare un contesto techno di un certo spessore. Ritengo che dal punto di vista squisitamente musicale il livello che le label indipendenti romane raggiunsero nel periodo più creativo (dal novanta sino al novantaquattro) ha già fatto scuola, se non storia. Ma altre testimonianze raccontano di episodi poco edificanti, quali risse o accoltellamenti fra piccole bande fasciste e borgatare che costrinsero i gestori organizzatori a rinunciare ai loro lauti guadagni. Lo sfruttamento non ha limiti di sorta e certe contraddizioni iniziarono a creare problemi in chi professionista musicista era animato dalle migliori intenzioni. Certo per molti di noi che proveniva da un ambiente dichiaratamente contestatario e antiautoritario questi contesti o situazioni erano parecchio distanti per intenzioni e obiettivi; ciò fece scaturire numerose discussioni sul significato di festa, spettacolo, rave e l’immancabile voglia di autogestione; condizione questa assai problematica da sempre e non ancora chiarita. AUTOGESTIONE parola magica di uso comune che vuole significare tutto, troppo e niente. Sicuramente una parola diffusa e abusata. Mah! Curiosità. Pare che all’interno della cartiera un paio di settimane prima, durante un sopralluogo, venne trovato un pacco contenente un etto di eroina purissima. Forse leggenda metropolitana! (38)

La mia vita è politica, quindi come lesbica nera la mia testa è politica. Un club QUEER, quindi è vitale per me direi. Perché è un posto dove abbiamo sicurezza, dove stiamo tra noi, dove so chi sono veramente. Quando i buttafuori del club hanno iniziato a chiedere i documenti alle nostre amiche alla porta, abbiamo dovuto interrompere il party e spiegare ancora una volta cosa significa per noi stare in un club. DJ Grace Kelly (39)

Queers For Palestine @ CSD Berlin: In strada contro la criminalizzazione e l'agitazione pro-sionista! Gli organizzatori della "Radical Queers March" che si terrà domani sera a Berlino sono attivamente contrari alla partecipazione di organizzazioni filo-palestinesi, oltre che esplicitamente sostenitori del BDS. Al contrario, si sta organizzando un blocco determinato di forze solidali con la Palestina, anticoloniali e antimperialiste. klassegegenklasse 2019 (40)

Dopo la mia partecipazione nel 2013 insieme a Lady Maru alla compilation curata dalle FEMALE PRESSURE  per la liberazione delle PUSSY RIOT (41), ho preso parte alla campagna di raccolta fondi per sostenere le donne curde di ROJAVA, organizzata dalla label svizzera KASHEV TAPES sulla piattaforma BANDCAMP partecipando alla compilation SONIC RESISTANCE con una ruvida traccia dal mio progetto G.A.Z.A. (Go Against Zionism Apartheid) velatamente critico contro il Pink Washing in Israele (42); quest'anno invece ho contribuito alla campagna delle WITCHES ARE BACK a sostegno delle sexworker di Ombre Rosse, considerando quanto le lavoratrici del sesso costantemente discriminate siano costrette a percorsi legislativi difficili e umilianti per vedersi riconosciuto la loro esistenza. (43)

In questa ottica anche i club alternativi quindi sono sicuramente indispensabili nella creazione diretta di un contesto, dove a parte la necessaria crescita musicale che in questi ultimi anni ha registrato comunque una controtendenza in qualità e spessore narrativo, che consenta lo scambio e la discussione nel sensibilizzare anche le giovani generazioni alle problematiche correlate alle donne e a tutti quei soggetti a rischio di emarginazione sociale sia per sesso che per nazionalità (v. la campagna REFUGEE WELCOME) (44) . Ereditiamo una pratica già diffusa in passato con la nascita della DISCO negli Stati Uniti, quando gli avventori dei piccoli locali nel downtown provenivano dai ghetti neri e latini e grazie alla conquista all'autodeterminazione delle persone transessuali, che dopo la cruenta battaglia del bar STONEWALL INN  a NYC nel 1969, hanno dato vita al GAY PRIDE festeggiato ormai in molte città occidentali e non solo (45). In Europa questa tradizione viene portata avanti  all'interno del controverso dibattito sugli aspetti della CULTURAL APPROPRIATION (v. ad esempio il film Cadillac Records-2008 della regista Darnell Martin sulla musica nera degli anni cinquanta a Chicago), fatte le dovute differenziazioni storiche e sociali, appunto dentro il contesto della scena della musica elettronica nei locali da ballo, club a Berlino, Londra, grossi festival in Olanda, teknival in Francia o discoteche in Italia prosecuzione in parte anche dei locali degli anni settanta e ottanta, evolutesi poi negli anni novanta parallelamente ai primi movimenti techno sia nel circuito commerciale che in quello illegale. Questo è ormai storia. 

Transfobia. Primo trans finalista al Mr. Gay England: gli attivisti di LGB ALLIANCE sono arrabbiati perché un uomo trans prende parte a un concorso di bellezza gay: "Gli uomini gay meritano i propri spazi. Non è mancare di rispetto all'esistenza di qualcuno affermare che qualcuno che è femmina non può essere un maschio gay. Coloro che credono in questo stanno danneggiando i diritti delle persone LGB e alla fine non stanno aiutando la persona interessata." QUEER.DE 12.10.2020 (46)

11 ottobre, giornata mondiale del COMING OUT GAY, festeggiato dal 1988 negli Stati Uniti e lentamente diffusosi anche in altri paesi, mi porta a pensare come negli anni novanta fosse ancora difficile e quasi raro discutere di tematiche inerenti la sessualità etero normativa figuriamoci quella omosessuale. Erano tematiche ampliate e approfondite dai gruppi marginali di donne e dai gay, che spesso vivevano la loro esistenza con modalità controverse e nascoste. Ho sempre incontrato nella mia vita omosessuali, lesbiche o bisessuali e persone transgender, e ho sempre sottovalutato la reazione degli altri e delle altre nei loro confronti, perché io la pensavo diversamente, in quanto ho ritenuto e ancora in parte ritengo che l'omosessualità possa con forza radicale rappresentare un violento contrasto alla società omologata. Lessi tutto DE SADE, WILDE, TONDELLI e in parte PASOLINI all'eta di quattordici e quindici anni, e fantasticavo di rivoluzioni libertarie capeggiate dai gay contro il sistema. Come negli anni novanta durante la mia militanza nei gruppi anarchici romani, avendo la possibilità di attingere alla narrativa e alla stampa di movimento, in quanto ogni fine settimana andavamo in giro per feste e iniziative dentro e fuori i centri sociali vendendo i libri e alcune produzioni musicali dei compagni/e, oltre alle nutrite librerie presenti nei nostri circoli di quartiere, mi imbattei un giorno sugli scritti di Massimo Consoli, sull'omosessualità di destra durante e dopo il nazismo, capii che mi sbagliavo, che le persone gay non sono supereroi ma come tutti/e noi, con gli stessi desideri, dubbi e fragilità, hanno bisogno di potersi esprimere e di sentirsi persone normali, non esseri eccezionali, non diversi, non marginalizzati perché amano persone dello stesso sesso, cosa che io in maniera ingenua attribuivo a un desiderio necessario di libertà di espressione ma anche di originalità, cosa che certamente mi affascinava e mi giustificava anche come giovane donna fuori dalle righe.

Il femminismo che esclude le sorelle trans non è il nostro femminismo! Abbatto i muri 47

Masculinity is dead! Ango the Meek Dead (48)

Insomma l'attivismo LGBT mi aveva da un lato deluso, nella possibile mancata attuazione di una società radicale e nichilista e dall'altro aperto gli occhi, sulla indispensabile battaglia quotidiana alla solidarietà e ai bisogni universali per tutti e tutte, oltre le evidenti differenze di cultura, di sesso e di aspetto esteriore, io non credo all'esistenza delle razze, direi che anche il termine razzismo andrebbe sostituito con le parole fascismo universale. Insomma ho riflettuto sul fatto che in fondo non avevo mai abbastanza ragionato sulla mia condizione di donna eterosessuale nel mondo patriarcale, perché da bianca privilegiata in un paese moderno, tutto quello che differisce dalla norma lo accettavo e incoraggiavo secondo canoni di bellezza e protocolli estetici che giustificavano e consolavano il mio bisogno di diversità alternativa, senza notare quanto sostanzialmente fossi anche io piuttosto repressa, e quanto fosse represso l'uomo etero che mi stava accanto. Adesso che il termine QUEER associato alle parole RAVE e TECHNO, lo trovi dappertutto ai party, alle feste dentro i club berlinesi come brand per vendere meglio e per nascondere l'ipocrisia commerciale di fronte alla sconfitta della tanto desiderata trasformazione sociale, ripenso alle mie letture voraci da ragazzina e confermo: siamo tutti e tutte uguali nei bisogni e nei sogni, mentre nel frattempo dobbiamo affrontare ogni giorno l'ingiustizia sociale, le disparità di genere nel mondo del lavoro, la crisi dei valori e la monetizzazione della creatività, salvo poi in tempi di pandemia escludere musicisti e addetti allo spettacolo dalle categorie del socialmente rilevante. Dopo la battaglia per le quote rosa nelle scalette dei DJ alle feste; il ritorno a un necessario postumo femminismo questa volta ampliato anche al porno militante gestito da sole donne 49; il movimento ME TOO partito dalla mecca del cinema americano 50; i gruppi auto organizzati di NON UNA DI MENO contro il femminicidio (51); è di questi giorni lo scandalo delle violenze sessuali dentro i backstage dei festival di musica elettronica ai danni di donne DJ da parte di qualche maschio musicista come il suicida ERICK MORILLO (52), che forte della sua posizione all'interno della INDUSTRY dell'elettronica andava in giro molestando, tollerato dalle stesse e dagli stessi che si dicono contro le discriminazioni e che all'uopo hanno preso le distanze da chi come MICHAEL JAMES il vero autore di STRINGS OF LIFE, ha denunciato in un libro che uscirà a breve il plagiatore DERRICK MAY, di essere uno stupratore seriale da almeno trenta anni, caso documentato anche dal portale di musica elettronica RESIDENT ADVISOR (53); oppure il caso denunciato anche dalla rivista GROOVE, di una barista di origini africane vittima di continui sberleffi offensivi, chiamata vergognosamente NEGRA, da parte dei due DJ direttori artistici, anche qui maschi eterosessuali, del noto club berlinese WILDE RENATE, svelando tristemente quanto il razzismo e il sessismo si regga su una serie stratificata di atteggiamenti culturali strutturati (54). Adesso che anche la destra radicale e i negazionisti terrapiattisti di QAnon (55) ci hanno rubato il cospirazionismo anti illuminati, svuotandolo completamente del pensiero critico e del costruttivismo radicale, ci troviamo costretti a rivedere linguaggi e convinzioni, tutte giocate su internet, attraverso i social network, sempre più' compulsivamente asociali, pieni di troppa informazione random e capaci di costruire una fake empatia, buona giusto per fare qualche sottoscrizione alle ONG che aiutano i migranti in mare, oppure ai sopravvissuti a Beirut, tanto per compensare il nostro senso di colpa piccolo borghese, dentro una spirale vorticosa di analfabetismo solitario. Abbiamo ancora da combattere e battagliare. La fiaccola della libertà deve ancora illuminare il nostro impervio cammino, per ora brucia davanti alla porta dell'inferno, per quanto tempo ancora dipende solo da noi. Poiché' il nostro futuro è decisamente e inesorabilmente trans!

La scena dei party, capro espiatorio a Berlino. I club e i pub sono davvero responsabili del crescente numero di infezioni?  Gli operatori e i virologi hanno dei dubbi - e piuttosto sconsigliano il coprifuoco. ZDF Heute 21.10.2020 (56)

E mentre si dibatte sul tema, vado a guardarmi su ARD TV le ultime puntate della terza serie Babylon Berlin ambientata nell'anno domini 1929, durante la Weimar Republik, il crollo della borsa, prima che i  cabaret venissero chiusi dai nazionalsocialisti (57). Aspetta un attimo su ARTE stanno trasmettendo il documentario The Black Panthers: Vanguard of the Revolution. Si prospetta un autunno caldissimo. Black is beautiful! Black Lives Matter! Again again again... (58)

Friedrichshain. Questa notte davanti al palazzo del Liebig34 è scoppiato un incendio pare doloso. Berliner Morgenpost 22.10.2020

anna bolena 1995-2020


note

1 http://liebig34.blogsport.de/

2 https://www.tip-berlin.de/stadtleben/politik/liebig34-geraeumt-so-verspielen-besetzer-unsere-sympathien/

3 https://www.clubcommission.de/

https://www.tagesspiegel.de/

4 https://www.berghain.berlin/en/

5 https://tagderclubkultur.berlin/

6 https://www.electronicbeats.net/a-night-at-about-blanks-buttons/

7 http://aboutparty.net/

8 https://soundcloud.com/anna-bolena/auch-brecht-war-ein-arschloch-buttons-showcase-tag-der-clubkultur-2020

9 https://klunkerkranich.org/

10 https://www.mixcloud.com/annabolena/anna-bolena-b2b-vamilienfaer-tag-der-clubkultur-klunkerkranich-2020/

11 https://www.spiegel.de/panorama/dokus-ueber-underground-rave-mediasteak-empfiehlt-videos-aus-berlin-london-belfast-new-york-und-new-orleans-a-00000000-0003-0001-0000-000000349133

12 https://en.wikipedia.org/wiki/Deutschland_89

13 https://www.netflix.com/de-en/title/81022994

14 https://en.wikipedia.org/wiki/Detlev_Karsten_Rohwedder

15 sul concetto di True Spirit consiglio la visione del documentario WE CALL IT TECHNO! https://youtu.be/TWPFrWojYQ4

16 https://it.wikipedia.org/wiki/David_Mancuso

17 https://www.djdavidmorales.com/ sulla scena disco di NYC consiglio il libro storico Love saves the day di Tim Lawrence del 2003

18 https://tresorberlin.com/

19 https://www.cocoon.net/sven-vath

20 https://youtu.be/1Oylb_hOmq8

21 sullo Spazio Kamino di Ostia chiamato Tempio della Pezza, consiglio il mio breve commento sulla techno Zine PETI NUDI http://sonicvandals.tripod.com/act.html e l'articolo della TM CREW https://www.tmcrew.org/news/spzk.htm; uno dei progetti realizzati da quella esperienza e' la label di Mr.3P http://truckstop76th.blogspot.com/

22 sull'artista Danielle de Picciotto v. https://www.danielledepicciotto.com/; mentre sulla scena techno dei primi anni novanta dopo la caduta del muro consiglio il libro Der Klang der Familie Berlin Techno und die Wende di Felix Denk e Sven von Thülen, Suhrkamp 2012

23 https://it.wikipedia.org/wiki/Meat_Is_Murder

24 sulla moda degli anni ottanta v. il libro Look Parade. Gli smodati degli anni '80 di Castagna e D`Agostino, Sperling & Kupfer, 1985

25 https://www.lapantera.org/

26 https://www.ondarossa.info/

27 sugli anni settanta v. I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo di Vladimiro Satta, Rizzoli 2016

28 sul movimento dei rave illegali a Roma v. https://archive.org/details/freeparty Free Party. Techno anomia per delinquenza giovanile di Francesco Macarone Palmieri, Meltemi 2000, dove ci sono alcuni miei contributi e Detonazione! Percorsi, connessioni e spazi altri nella controcultura romana degli anni novanta curato da Daniel Vasquez, Rave Up 2020 dove ci sta il mio capitolo dedicato alla rivista PETI NUDI Quartini avariati di malrumori viscerali (1997-2000)

29 https://www.vice.com/it/article/kw49xa/vita-vera-torazine-rivista-underground-italiana-432

30 https://it.wikipedia.org/wiki/LoveParade

31  v. United Network Production - Fuck Parade 2000 https://youtu.be/dYDERl2XZ9A

32 https://en.wikipedia.org/wiki/Bunker_(Berlin)

33 https://www.discogs.com/label/5118-Klangkrieg

34 sul vecchio Tacheles v. https://www.exberliner.com/features/culture/life-after-tacheles/

35 https://en.wikipedia.org/wiki/Mathis_Mootz

36 su Scud e la sua Ambush Records v. il mio articolo su PETI NUDI 888, 2000

37 https://praxis-records.net/ e la rivista Datacide https://datacide-magazine.com/magazine/ dove sul numero 7 pubblicarono il mio articolo Roma Riot del 2000 https://datacide-magazine.com/roma-riot/#more-954

38 v. il mio capitolo pubblicato sul libro Rave in Italy curato da Pablito el Drito, Agenzia X 2019 https://not.neroeditions.com/rave-illegali-a-roma-1993-1996/

39 https://youtu.be/uSQhqDIc2yE

40 sulle tematiche relative ai gruppi politici in difesa della Palestina v. BDS https://bdsmovement.net/get-involved/what-to-boycott

41 http://www.femalepressure.net/ sulla campagna per la scarcerazione delle Pussy Riot v. https://femalepressure.bandcamp.com/album/pussy-riot-freedom-compilation

42 https://kashevtapes.bandcamp.com/album/ksh03-sonic-resistance-a-compilation-for-rojava

43 https://witchesareback.bandcamp.com/album/red-shadows

44 https://www.refugees-welcome.net/

45 https://it.wikipedia.org/wiki/Moti_di_Stonewall

46 https://www.queer.de/

47 https://abbattoimuri.wordpress.com/

48 https://meekdead.tumblr.com/text

49 sul porno da una prospettiva femminile v. https://www.lidiaravviso.net/

50 https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Me_Too

51 https://nonunadimeno.wordpress.com/

52 https://www.miaminewtimes.com/music/international-house-dj-erick-morillo-arrested-in-miami-on-rape-allegations-11678523

53 https://www.residentadvisor.net/news/73559

54 https://groove.de/2020/10/12/wilde-renate-rassistische-belaestigung-im-team/

55 su QAnon v. https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2020/09/02/mondo-qanon-prima-parte https://www.internazionale.it/opinione/wu-ming-1/2020/09/18/mondo-qanon-seconda-parte

56 https://www.zdf.de/nachrichten

57 https://www.daserste.de/unterhaltung/serie/babylon-berlin/index.html

58 https://www.arte.tv/de/articles/tracks-black-panthers

59 https://www.morgenpost.de/politik/inland/article230728862/Feuer-bei-ehemals-besetztem-Haus-Liebig-34.html

pics & words © ANTONELLA PINTUS 

La questione palestinese in Germania (13)

  Domenica 24 novembre Nella puntata di oggi ospite speciale: Anna Bolena. Artista multimediale a 360*, DJane, Producer e attivista politica...