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venerdì 13 giugno 2025

Anna Bolena: Rave, resistenza, libertà (LEFT maggio 2025)






Anna Bolena: Rave, resistenza, libertà 


 Dalla Roma antagonista alla Berlino underground, la dj e producer sarda racconta trent’anni di musica antagonista e spazi autogestiti. «Negli anni 90 c’era più libertà, oggi in Italia c’è il decreto sicurezza e in Germania ci sono i neonazisti di Afd» 



 di Giacomo Pellini



La nostra storia comincia nell’Inghilterra di fine anni 80, all’ombra delle grandi aree industriali dismesse e del rigido Regno Unito dell’era Thatcher, laboratorio del laissez-faire e del capitalismo estremo. Dall’America arriva un nuovo suono: l’acid house, con le sue sonorità distorte e oniriche. Insieme alla diffusione della Mdma, crea il terreno per una piccola rivoluzione culturale che culmina nella Seconda estate dell’amore. Dopo la rigidità del decennio precedente, la parola d’ordine è una sola: ballare. Nascono così i primi free party: feste libere, spesso illegali, in spazi occupati. Il movimento cresce, i rave si moltiplicano e diventano enormi raduni. Ma la politica rea gisce: il governo conservatore di John Major dichiara guerra a questi eventi, inasprendo le leggi e la repressione. Il movimento allora attraversa la Manica e arriva nell’Europa continentale. Anche l’Italia, da metà anni 90, diventa un terreno fertile: nascono collet tivi, si muovono sound system, i centri sociali scoprono la techno. A Roma si fa notare Anna Bolena, tra le poche donne dj e organizzatrici di rave. Sarda di origine, trasferitasi nella Capitale a fine anni 80, ha fondato l’etichetta Idroscalo dischi per promuovere l’elettronica industriale. Oggi vive a Berlino, dove alterna musica e insegnamento. «Il primo party illegale che ho fatto è stato a Tor Cervara: ci siamo arrivati con il pas saparola, eravamo una cinquantina. Abbiamo ballato fino all’alba», racconta Anna Bo lena. «È stato il contesto politicizzato a spingermi verso questa musica. Poi ho iniziato anche a organizzare eventi, e piano piano siamo passati da poche decine a centinaia di persone». All’inizio degli anni 90, Roma viveva un forte fermento politico, con giovani attivi nei movimenti antagonisti e una rete vivace di spazi autogestiti. Il movimento della Pantera, esploso nelle università nel dicembre del 1990, ne fu uno dei momenti simbolici. Inizialmente, la techno veniva guardata con sospetto da alcuni ambienti dei centri sociali, che la associavano erroneamente a contesti neofascisti. Ma grazie all’im pegno di diversi attivisti, quel muro cadde, e la musica elettronica trovò spazio anche lì. Anna e il suo collettivo portarono la cultura dei rave in questi ambienti, creando un ponte tra due mondi. «La techno per me è una musica d’emergenza, nata da un’urgenza espressiva», spiega Anna. «Non è solo intrattenimento, è il mio modo per rivendicare uno spazio libero, fuori dai circuiti legali o criminali». Ballare diventava così un atto politico. Col tempo, però, il movimento ha dovuto affrontare diverse criticità: la per dita del significato politico delle occupazioni, l’abuso inconsapevole di sostanze, l’ego di alcuni dj. Questi elementi hanno intaccato lo spirito originario. Eppure, lo zoccolo duro della scena romana è sopravvissuto per tutti gli anni Novanta e Duemila. E, an che se ridimensionato, resiste ancora oggi. «Ci sono ancora compagni e compagne che organizzano rave occupando spazi abbandonati, anche solo per una notte. Ma oggi rischiano molto più di noi all’epoca», racconta Anna Bolena. Il riferimento è al decreto sicurezza, evoluzione del decreto anti-rave del 2022, che in troduce pene severe per i rave non autorizzati e inasprisce le sanzioni contro varie forme di protesta, come i blocchi stradali. «Negli anni 90 non c’erano leggi specifiche contro i rave. Finiva spesso in una trattativa: si parlava con la polizia, magari si lasciava finire la festa e poi si sgomberava. Ora non è più così, si sentono legittimati a caricare», spiega Anna. Nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2025, circa 500 persone si sono radunate nell’ex sta bilimento Chemia Tau a La Cassa, nel Torinese. Lo sgombero è degenerato in scontri violenti: 14 agenti e diversi partecipanti sono rimasti feriti, 350 persone identificate, 145 veicoli e l’attrezzatura musicale sequestrati. Per Anna Bolena, il decreto sicurezza non è solo una legge contro i rave. «È un decreto strumentale: usano l’idea del ‘rave ille gale’ come scusa per reprimere tutto ciò che è dissenso. Serve per sgomberare picchetti, sit-in, proteste ambientaliste o contro i femminicidi. È un attacco all’autogestione e alla libertà». Il discorso si sposta poi sulla Germania, dove vive da vent’anni. Alle ultime ele zioni federali, il partito neonazista AfD ha ottenuto circa il 20% dei consensi, segno di un clima sempre più teso e polarizzato. «Berlino, per fortuna, resta un’isola felice. Qui la AfD ha preso meno voti e parte di quelli persi dalla sinistra nel resto del Paese sono stati recuperati». Anche se la capitale tedesca mantiene una scena giovanile vivace, Anna riconosce che è cambiata molto. «Il costo della vita è salito alle stelle. Ma era inevitabile: è una metropoli internazionale. Non si poteva pensare che Kreuzberg restasse piena di palazzi decadenti o che continuasse a scaldarsi con stufe a carbone nel 2025». Tutto questo ha avuto un impatto pesante sulla scena underground. «Hanno quasi spazzato via tutto ciò che era davvero autogestito, radicale, politicizzato. È rimasto pochissimo. Gli ultimi spazi occupati sono stati sgomberati durante la pandemia, con una violenza assurda», racconta Anna Bolena. Intanto, cresce anche l’attività di gruppi fascisti e ne onazisti, che scendono in piazza accusando l’estrema sinistra di violenza. Una tensione che riflette la polarizzazione alimentata dall’ascesa dell’AfD, il partito guidato da Alice Weidel. «Berlino, per ora, resta più tranquilla. Ma basta guardare alla Turingia o alla Sassonia, dove l’AfD supera il 30%. La situazione è seria». Oltre alla divisione politica, c’è anche una frattura sociale e territoriale: nei Länder dell’ex Germania Est, l’AfD ottiene percentuali molto più alte rispetto all’Ovest. Una spaccatura che affonda le radici nella storia del Paese, ma che secondo Anna viene spesso usata per giustificare un razzismo classista. «La verità è che l’estremismo di destra c’è anche a Ovest. Ma chi viene dall’Est è ancora visto come cittadino di serie B. L’Ovest è stato costretto a arricchire l’Est per raggiungere una certa parità economica, e questo ha comportato astio tra le due Germanie, che ancora completamente unite non lo sono ancora». Viviamo in un mondo sempre più ostile ai principi di uguaglianza e libertà, segnato da protezionismo, nazionalismo e leadership autoritarie, mentre le democrazie si indeboliscono. Eppure, basti pensare che alla base culturale dei rave ci sono le Taz - le Zone temporaneamente autonome teorizzate da Hakim Bey trent’anni fa - vere e pro prie utopie temporanee dove le persone sfuggono a regole e gerarchie per vivere forme di libertà radicale. Un’epoca che oggi sembra lontanissima. «I movimenti devono continuare a esistere, resistere, usare ogni mezzo e piattaforma per opporsi. Non è solo questione di rave o festa, ma di una visione che sfida potere, confini e identità imposti. Il free party è ribellione, rifiuto di un sistema che non funziona». dice Anna. Che poi conclude: «Se i movimenti non si rafforzano, non si organizzano e non si uniscono ad altri settori della società, sarà difficile invertire la rotta. La lotta deve essere collettiva, solidale, concreta. Serve costruire nuove forme di resistenza, capaci di evolversi e affrontare i tempi che viviamo».



 «Non è solo questione di fare festa, ma di una visione che sfida potere, confini e identità imposti. Oggi la lotta deve essere collettiva, solidale, concreta»

mercoledì 25 ottobre 2023

WARNUNG VOR EINER HEILIGEN NUTTE [Rubrica di cinema] ABEL FERRARA (1993)

  WARNUNG VOR EINER HEILIGEN NUTTE

ATTENZIONE ALLA PUTTANA SANTA

Rubrica di cinema [da un film del 1970 sulla visione del cinema di Rainer Werner Fassbinder, 1945-1982] con qualche precisazione:

Nessuna narrazione della trama dei film consigliati, salvo qualche dettaglio utile per le considerazioni in merito.

Nessun film che non ci sia piaciuto, lasciamo le critiche ai critici di professione.

Niente spazio alla macchina hollywoodiana anche se di manifattura europea o africana o quant'altro.

Nessuna censura di natura moralistica.  



The addiction di Abel Ferrara

Il mondo ha sete di sangue

"Giovani tedeschi.. oggi rappresentate solo un frammento della Germania. Noi vogliamo essere un popolo e voi dovete diventare quel popolo. Non volgiamo più categorie e caste. Vogliamo un Reich evoi dovete essere educati a questo. Vogliamo un popolo ubbidiente e voi dovrete abituarvi all'ubbidienza. Vogliamo un popolo pacifico ma anche valoroso e voi dovete essere pacifici e coraggiosi. Quando non ci saremo più la Germania continuerà a vivere in noi. Allora prenderete la bandiera che noi sollevammo al cielo. Voi siete carne della nostra carne e sangue del nostro sangue e nel vostro giovane cervello brucia lo stesso spirito che domina noi stessi."

Leni Riefenstahl/Trionfo della volontà - Discorso di Adolf Hitler alla gioventù nazista/1934


"La grande sofferenza del nostro popolo riunendosi nella lotta ci ha fatto diventare grandi, Chi non ha condiviso la stessa sofferenza non può comprenderla."

Adolf Hitler/Discorso alla adunata nazionalsocialista/1934


La dipendenza dal male è universale, la colpa degli aguzzini ricadrà sull'intera umanità e Nicholas St. John in questa partitura per vampiri contemporanei coglie l'occasione per citazioni colte e riferimenti filosofici interessanti, quanto intricati: Feuerbach, Nietzsche, Burroughs, Heidegger etc.

La vicenda di Kathy, dipinta in bianco e nero dal nostro cattivo Abel, diventa la parabola di tutti quelli che ogni mattina preferiscono guardarsi nei recessi indicibili della propria anima, piuttosto che limitarsi a cercare le rughe riprodotte fedelmente sullo specchio del cesso di casa.

Labilità registica, talvolta ingenua a tratti frettolosa consente una fuoriuscita repentina del marcio cerebrale della protagonista. Ancora una volta il cattolicesimo irrisolto dei due autori irrita e lascia perplessi.  Se si pensa che sia il film peggio distribuito degli ultimi anni. D'altronde ai critici impegnati infastidisce che si continui a parlare di stragismo nazista, del Vietnam, delle guerre di tutti i tempi con un a leggerezza quasi infantile, senza concrete analisi da manuale. Indubbiamente tematiche come la Sofferenza Apocalittica, l'Espiazione dei Peccati Universali, l'Essere e il Nulla, il Vizio e la Libertà necessitano di ben altro spessore che un party purificatorio di pipistrelli umani descritto in maniera inquietante verso la fine del film, ma il tutto è intrigante, out.

Ancora una volta Christopher Walken [King of New York] convince nei panni di un prete vampiro "quasi" redento che riuscirà ad illuminare la nostra sull'inevitabile quanto inspiegabile e necessaria reincarnazione dello spirito e della carne. La morte come presagio di infinite vite destinate a riprodursi e consumarsi spasmodicamente asservite da una qualsiasi assuefazione, espressione sublimata del Male eterno. Noi siamo malvagi per questo pratichiamo tagli/buchi sulla pelle, sul collo degli altri. Siamo impregnati di male e se consapevoli siamo destinati a perire distruggendo il Sé e la nostra Coscienza.

AMEN


anna bolena 1998

                   words © ANTONELLA PINTUS                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

martedì 5 settembre 2023

WARNUNG VOR EINER HEILIGEN NUTTE [Rubrica di cinema] GUIDO CHIESA (2000)

 WARNUNG VOR EINER HEILIGEN NUTTE

ATTENZIONE ALLA PUTTANA SANTA

Rubrica di cinema [da un film del 1970 sulla visione del cinema di Rainer Werner Fassbinder, 1945-1982] con qualche precisazione:

Nessuna narrazione della trama dei film consigliati, salvo qualche dettaglio utile per le considerazioni in merito.

Nessun film che non ci sia piaciuto, lasciamo le critiche ai critici di professione.

Niente spazio alla macchina hollywoodiana anche se di manifattura europea o africana o quant'altro.

Nessuna censura di natura moralistica.




Il partigiano Johnny di Guido Chiesa

Nel dubbio sopprimere


"Sparagli Piero, sparagli ora

e dopo un colpo sparagli ancora

fino a che tu non lo vedrai esangue

cadere in terra a coprire il suo sangue."

Fabrizio Dè Andrè/La guerra di Piero



"Spara Juri Spara!

Spera Juri Spera!

Felicitazioni Felicitazioni Felicitazioni."

CCCP FEDELI ALLA LINEA/1986



IN EDICOLA CON IL BORGHESE

"I discorsi di Benito Mussolini.

Edizione originale completamente restaurata in 4 videocassette

La storia senza censure. Una collezione da non perdere."

Inserzione pubblicitaria su IL MESSAGGERO del 28/11/2000



Di questi tempi dove la destrificazione culturale porta aberrazioni tardo revisioniste sui libri di scuola, sul pensiero popolare che velocemente dimentica, sulla ancestrale lotta tra i buoni e i cattivi, un film indipendente, accorato e asciutto sulla lotta partigiana nel nord Italia durante gli ultimi due lunghissimi anni della nostra seconda guerra mondiale.

Di questi tempi dove fare parte, dove prendere parte, lascia il posto al qualunquismo imperante, al nulla del Grande Fratello mediatico [come se non ci bastassero le molteplici videocamere ad ogni angolo di strada, v. la subdola legge sulla privacy], al consumismo vorace delle giovani generazioni, un film netto e spietato sulla guerra civile tra partigiani e nazifascisti. Sulle colline e le montagne innevate, dentro le radure e i boschi secchi che a stento nascondevano la fuga per salvare la pelle dalle mitragliatrici e dai fucili a spalla;

un giovane idealista della guerriglia azzurra a stretto contatto con i rossi marxisti leninisti lascia i suoi studi di letteratura inglese e affronta senza vigliaccheria la dura attesa della libertà sulle trincee nude dei paesini di montagna in Piemonte.

Un voto di castità della coscienza, una scelta decisa e precisa contro l'autoritarismo violento e ignorante delle camice nere, senza troppe retoriche, si sonda in maniera silente il beneficio del dubbio, il rischio delle infiltrazioni, la paura di essere spiati, il terrore di cadere in mano al nemico, la morte negli agguati, ma soprattutto la follia beffarda dietro l'angolo.

La fotografia gelida squarcia il montaggio da film dell'orrore.

Un freddo grido schierato dalla parte di chi forse è stato dimenticato; contro le scelte di campo al sapore di stadio o al tanfo delle margherite sui prati inquinati delle metropoli.

Un bel regalo sotto l'albero di Natale delle famiglie pasciute del terzo millennio.


ventottonovembreduemila

Anna Bolena 2000

 words © ANTONELLA PINTUS 

Rubrica di Cinema per la newsletter di SpazioKamino Ostia 2000-2002


La questione pal3stin3s3 in Germania (15)

I bimbi di Gaza stanno morendo di fame. Il cestino ti ama! Berlino Friedrichshain Contributo @ Radio Onda Rossa Sabato 26 Luglio 2025 German...